Gli enti locali sono al collasso. E’ questo, in sintesi, quanto è stato rappresentato dall’Anci Sicilia al presidente dell’Ars Gaetano Galvagno. Una delegazione dell’ente che rappresenta i 391 amministratori siciliani ha incontrato questa mattina l’esponente di Fratelli d’Italia nell’ufficio di presidenza dell’Ars. Presenti all’incontro anche diversi capigruppo di Sala d’Ercole ed alcuni deputati regionali. Al centro dell’incontro ci sono state tutte le difficoltà affrontate dagli amministratori dell’Isola: dall’emergenza siccità alle carenze di personale, passando alla mancanza di liquidità e ai problemi sui servizi assistenziali di base.
Dopo il fallimento del ddl enti locali e dell’ennesimo rinvio delle elezioni di secondo livello delle Province, i sindaci siciliani chiedono risposte concrete agli esponenti di punta del Parlamento Regionale. “Oggi il sistema degli enti locali è al collasso – ha evidenziato il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta -. Bisogna ripartire. Non siamo con il cappello in mano per chiedere di risolvere tutto fra la variazione di bilancio e la legge di stabilità, ma serve un programma di interventi. Come faranno i comuni a spendere 1 miliardo di euro europei per investimenti senza il personale necessario? Non ce la possiamo fare. E’ un tema che ci chiama ad un tavolo. Oggi abbiamo parlato con il presidente dell’Ars, il quale si è preso l’impegno di organizzare una riunione con tutti gli attori coinvolti, presidente della Regione compreso. Ma se non arriva a breve una risposta, siamo disposti a scendere in piazza con una manifestazione imponente. I cittadini si aspettano che i sindaci diano risposte“.
Rini: “Comuni condannati al pensiero unico: chiedere aiuto”
Il dossier è composto da circa nove punti e comprende temi più o meno generali: dall’emergenza siccità al risparmio energetico, passando per le carenze di welfare degli enti locali. Problemi riassunti così dal vicepresidente di Anci Sicilia Antonio Rini. “Siamo in piena emergenza. Un’urgenza che condanna i sindaci ad avere un pensiero unico: chiedere aiuto. Aiuto per aumentare il fondo degli enti locali, per l’assistenza ai disabili, per gli asili nido. Settori che necessitano di interventi strutturali legislativi che diano ossigeno agli enti locali. Ciò partendo dal fatto che ci sono oltre un centinaio di comuni in dissesto. C’è un problema strutturale“.
Il tema degli asili nido
Difficoltà vissute nel quotidiano, soprattutto sui servizi di assistenza di base. Dalla lotta al randagismo al finanziamento dei centri antiviolenza, passando per gli aiuti alle scuole. Problemi dei quali si sono lamentati tanti amministratori. Il sindaco di Castelmola Orlando Russo, ad esempio, ha sottolineato alcune incoerenze dei fondi sugli asili nido. “Con le attuali risorse posso aprire il plesso soltanto un mese. Dopo tutti i sacrifici fatti è quasi sconfortante“.
Un tema sul quale si è focalizzato anche il presidente di Anci Sicilia Paolo Amenta. “Non siamo qui per un piccolo emendamento, ma per far prendere coscienza di quello che sta succedendo nei territori. C’è stata un’esplosione dei servizi sociali in Sicilia. Sono aumentate le richieste e sono aumentati costi. E’ quasi paradossale poi la questione degli asili nido. L’Europa ci dice di costruire asili nido e da Roma arrivano la chiusura ai fondi. In Sicilia siamo sotto al 20% di bambini da 0 a 36 mesi negli asili nido, mentre in Emilia viaggiano oltre il 40%“.
Il rinvio del voto sulle Province: “Pronti a impegnare la norma”
Non mancano i riferimento all’attualità politica, come l’ennesimo rinvio del voto di secondo livello per le Città Metropolitane e i Liberi Consorzi. “Dopo dodici anni che si parla di elezioni delle Province, se non verremo chiamati in causa siamo pronti ad impugnare la norma. Le strategie vanno scelte insieme, altrimenti non ci siamo. La speranza è che si apra il tavolo delle trattative e si lavori ad una riforma strutturale. Centocinquanta comuni non hanno chiuso il bilancio di previsione 2023, oltre 200 il consolidato. E’ una situazione critica“.