Gaetano Cammilleri, uno degli operai morti nella diga di Naro, aveva 55 anni e già quattro anni fa era stato segnato da una terribile tragedia. La sua famiglia non è nuova alle morti improvvise e violente. Per un incidente era morto l’amatissimo nipotino di cinque anni. Facendo marcia indietro per uscire la macchina parcheggiata non si accorsero che il piccolo stava giocando proprio dietro la macchina e fu schiacciato. “L’estate scorsa l’ho incontrato per le nozze d’argento di sua sorella, mia zia – racconta la nipote – ed era felicissimo perché la figlia era finalmente di nuovo incinta. Purtroppo non arriverà a godersi la gioia del nipotino“. “Era una persona buona e un gran lavoratore – aggiunge la nipote, che abita a Palermo e lo vedeva di rado – ricordo che lui era sempre a lavorare”.
I funerali dei due operai morti ieri nella cisterna del “sovrappieno” della diga Furore di Naro Francesco Gallo e Gaetano Cammilleri si svolgeranno domani, alle 16, alla chiesa di Sant’Agostino di Naro (Ag). Ad annunciarlo è stato il sindaco di Naro, Lillo Cremona. Sarà presente anche il sindaco di Favara( Ag) Anna Alba. I due amministratori per la giornata di domani hanno proclamato il lutto cittadino. Le salme dei due lavoratori sono state dissequestrate. La Procura, avendo acquisito ormai un quadro chiaro, non ha ritenuto di dover disporre l’autopsia.
Per avere certezza delle cause della morte del sessantunenne e del cinquantacinquenne è bastata, infatti, l’ispezione cadaverica. Nel registro degli indagati sono stati iscritti il dirigente regionale del dipartimento acque e rifiuti, Gaetano Valastro di 52 anni di Catania, e il titolare della ditta che si occupa della manutenzione degli impianti della diga Furore: Francesco Mangione, 53 anni, di Raffadali. A coordinare l’inchiesta è il sostituto procuratore Salvatore Vella. L’indagine, al momento, ruota su un unico fulcro: il montacarichi utilizzato che non era idoneo – stando a quanto è stato accertato da investigatori e inquirenti – a trasportare persone.