Un messaggio con errori di ortografia e sgrammaticato, ma dal significato chiaro: “Mettiti a posto ho ti faccimo saltare in aria cercati un amico“. E’ l’intimidazione fatta trovare, nel marzo del 2019, da clan legati alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano davanti la sede di Belpasso del re dei ‘torroncini’, Giuseppe Condorelli, diventato famoso, oltre che per la qualità dei suoi prodotti dolciari, anche per lo spot televisivo di Leo Gullotta: “cavalier Condorelli è stato un vero piacere…“.
Dopo essere stato avvisato della minaccia l’imprenditore ha denunciato il tentativo di estorsione ai carabinieri. Come avevano già fatto in altri casi simili. L’episodio è emerso nell’ambito dell’inchiesta ‘Sotto scacco’ della Dda di Catania sfociato ieri nel blitz dei carabinieri del comando provinciale etneo con 40 arresti.
Tra gli indagati anche Daniele Licciardello, indicato come esponente di vertice del gruppo di Belpasso, accusato del tentativo di estorsione. I carabinieri lo intercettano il mese successivo mentre al telefono parla dell’imprenditore: “Gli dobbiamo fare un po’ di danno a Condorelli – afferma – a Condorelli anche mbare (compare, ndr)“. E al suo interlocutore che gli chiede “ma perché Condorelli non vuole pagare?“, lui replica “niente, gli ho messo le bottiglie, cose, niente…”.
L’interlocutore pone un altro quesito: “non vuole pagare più?“. La risposta di Licciardello è netta: “non è che non vuole pagare, non ha mai pagato…”.
L’intercettazione è contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare di 2.586 pagine emessa dal Gip Maria Ivana Cardillo su richiesta della Dda della Procura di Catania ed eseguita dai carabinieri del comando provinciale del capoluogo etneo.