“Le richieste di certificazioni sanitarie «virus free» su vini e cibi italiani da parte di alcuni buyer stranieri rappresentano una discriminazione inaccettabile dei prodotti agroalimentari italiani. È semplicemente assurdo che alcuni Paesi chiedano per i prodotti italiani importati un’etichetta sanitaria”. Così, Annalisa Tardino, europarlamentare della Lega e componente della commissione Envi, ambiente salute pubblica e sicurezza alimentare, commenta le recenti difficoltà, denunciate da imprenditori e associazioni di categoria, relative all’esportazione dei prodotti alimentari italiani bloccati da importatori di altri Paesi Ue.
“Non c’è alcuna base scientifica che leghi il coronavirus al cibo e men che meno ai prodotti Made in Italy, che sono eccellenze indiscusse e lo ha confermato anche l’Autorità europea per la sicurezza alimentare, ricordando che la trasmissione del virus avviene per via aerea. – conclude l’europarlamentare siciliana – Per questi motivi, su iniziativa della collega Silvia Sardone, abbiamo chiesto l’intervento urgente della Commissione europea. Il nostro Paese, a causa degli errori del governo, sta affrontando una crisi gravissima, e l’Europa deve fermare questi comportamenti contrari al principio di libera circolazione, che rappresentano tentativi strumentali di bloccare l’export italiano”.