L’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Osservatorio Etneo, rileva dall’analisi delle immagini delle telecamere di sorveglianza un incremento dalle 15:05 circa dell’attività stromboliana al cratere di Sud-Est dell’Etna.
Tale attività produce delle emissioni di cenere che, in accordo con il modello previsionale, si disperdono in direzione Nord-Nord-Est. L’attività esplosiva è accompagnata da un flusso lavico da tracimazione che si propaga nel versante meridionale del cono del cratere L’ampiezza media del tremore vulcanico continua a mostrare un andamento variabile nel tempo, con rapide oscillazioni tra il livello medio ed alto, con valori che dalle 15 circa sono i più alti tra quelli registrati nelle ultime due settimane. Le sorgenti del tremore permangono nell’area del cratere di Sud Est alla profondità di circa 2.800m sopra il livello del mare.
A partire dalle 15 circa l’attività infrasonica è significativamente aumentata sia nel tasso di accadimento degli eventi che nella loro ampiezza; allo stato attuale essi raggiungono valori alti di intensità. Le sorgenti degli eventi infrasonici risultano localizzate nell’area del cratere di Sud-Est. L’analisi dei dati della rete clinometrica e degli strainmeter non mostra, al momento, deformazioni del suolo significative.
Dal punto di vista sismico, si legge nel comunicato dell’Ingv, Osservatorio etneo, di Catania, l’ampiezza media del tremore vulcanico è ancora aumentata, con tendenza a ulteriore incremento. Le sorgenti del tremore rimangono confinate nell’area del cratere di Sud-Est alla profondità di circa 2.900 metri sopra il livello del mare. Anche l’attività infrasonica mostra un significativo incremento. Gli eventi infrasonici localizzati sono prodotti dal cratere di Sud-Est. L’analisi dei dati clinometrici mostra una variazione di circa 0,3 micro radianti nella parte sommitale del vulcano, compatibili con le usuali dinamiche di fontana di lava.