Lo chef Natale Giunta si inserisce diritto come un jab destro di Mike Tyson nella polemica che in questi giorni attanaglia gli spazi culturali pubblici palermitani adibiti a feste private. Il cuoco di fama nazionale parla della mancanza di regolamenti chiari e trasparenti tra il privato e il pubblico nel capoluogo siciliano. Come un treno, pronuncia parole calde come i suoi fornelli e dice a ilSicilia.it: “Noi in questa città dobbiamo stare sempre attenti. Dovevamo stare attenti alla mafia e adesso dobbiamo stare attenti a questo concetto di persone che cercano di fare una legalità che non esiste”. Parole pesanti quelle di Giunta in merito al mancato virtuosismo da parte dell’amministrazione pubblica nei confronti di ipotetici investitori privati a Palermo.
“Ho fatto cene a Castel Sant’Angelo. Ho cucinato per Obama, nei templi di Selinunte. Organizzato il catering per Dolce e Gabbana ad Agrigento. Faccio da 20 anni eventi in posti pubblici e magnifici in tutta Italia. Ma a Palermo, se ci sono soldi di privati che vengono investiti, diventa uno scandalo. Ma fuori dai contesti giornalieri della fruizione pubblica per creare un evento, perché è quasi impossibile farli?”. Si chiede Natale Giunta.
Il noto chef parla dell’assenza totale di regolamentazioni nelle gallerie d’arte, teatri, castelli a Palermo che potrebbero fruttare parecchi soldi nelle casse pubbliche grazie a eventi privati. Il suo concetto viene fotografato attraverso un esempio di cui lui è stato protagonista: l’annullamento del Capodanno 2020 al teatro Politeama.
“Noi abbiamo fatto un contratto con il Politeama per il Capodanno 2020. Una trattativa lunga ed estenuante durata 4 mesi. Firmata dal sovrintendente e il presidente della Foss. Il contratto di affitto riguardava la sala rossa, gialla e la sala degli specchi per giorno 30-31 e 1 gennaio. Accordi e regolamentazioni che non funzionano tra pubblico e privato. Perché dovrebbe essere tutto più chiaro. In 24 ore si dovrebbe avere la risposta positiva o negativa che sia. Avrei dovuto pagare 12mila euro più IVA”.
“Alla fine mi hanno convocato il 29 dicembre. Io non ho voluto più fare l’evento perché avevo visto delle situazioni che non erano più trasparenti. Come per esempio mi affermavano che: a mezzanotte la musica doveva essere spenta. Ma tu hai mai visto un veglione di capodanno dove la gente non può ballare? Io no”.
Lo chef palermitano parla anche del Castello Utveggio come uno degli scempi della Sicilia. “Sono stato il primo fautore per creare eventi e matrimoni senza togliere nulla all’attività del Castello Utveggio. Il primo anno ho fatto incassare 350mila euro alla Regione e adesso è nel totale abbandono. L’Italia si è attrezzata su questo versante e c’è una legge che prevede che i posti pubblici possano essere dati ai privati. Ma quel luogo ad oggi è chiuso e costa a noi cittadini”.
Giunta tiene a precisare che sia i teatri che le gallerie d’arte debbano continuare a svolgere le loro attività nell’interesse di turisti e fruitori. Soltanto dopo la chiusura delle attività culturali dovrebbe essere possibile poter affittare i luoghi nel rispetto delle regole e il decoro del posto. “Da noi i posti li fanno cadere a pezzi, così vanno chiusi e non vanno regolamentati”.
Infine, parla della festa svolta al Garibaldi e della triste situazione in cui si trova il teatro. Lanciando una proposta provocatoria alla Giunta Orlando: “Il teatro Garibaldi sembra che chiuso vada bene. Ma quel posto è un teatro che può portare un milione di euro l’anno alle casse del Comune. Datemi 10 posti di quelli a Palermo che glieli porto io 10 milioni di euro l’anno al Comune”.
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