“Il Governo a trazione M5S continua a prendere in giro i siciliani con una previsione di 150 milioni che non salva le ex Province e non basta a sbloccare le procedure per l’attuazione di investimenti essenziali per il territorio siciliano. Ancora una volta vengono tolte risorse al Sud per darle al Nord e farne spesa corrente nel mero tentativo di sanare i disastri grillini“.
Lo afferma la senatrice siciliana di Forza Italia, Urania Papatheu che non fa mistero delle sue perplessità sull’accordo Stato-Regione sulle ex Province e lancia un duro attacco al Governo nazionale “che non ha nessuna strategia sul Mezzogiorno se non quella di depredarlo e privarlo delle sue risorse e delle opportunità di sviluppo”.
Le parole della parlamentare di FI sono in linea con il disappunto dell’on. Nino Germanà, primo firmatario del ddl per l’abolizione del prelievo forzoso, secondo cui “il Governo ha deciso di superare la questione sottraendo i fondi già stanziati per le infrastrutture della Sicilia, utilizzandoli per la spesa corrente”.
“Questo Esecutivo – evidenzia Papatheu – considera il Sud una colonia del Paese, periferia da privare dei suoi fondi e del diritto alla crescita e l’inclusione. Le scelte sul Fondo Sviluppo Coesione (Fsc) confermano la volontà del Governo di non concedere alla Sicilia le residue legittime opportunità di rilancio economico e sociale, allontanando la prospettiva di uno sviluppo infrastrutturale che possa sanare il gap storico con il Nord del Paese. L’ennesimo schiaffo ai siciliani nega, una volta di più, alle nuove generazioni la prospettiva di un futuro in questa terra”.
L’esponente di Forza Italia rilancia, in particolare, l’irrisolta Questione Meridionale: “In questa legislatura, ancor più che in passato, il Mezzogiorno, inteso come questione nazionale, è totalmente scomparso dai radar del Governo se non per calcolare le quote di reddito di cittadinanza da assegnare ad alcuni stravaccati sul divano e a vantaggio di qualche furbetto, al sole fine di intercettare consensi elettorali. La verità è che il M5S ha mortificato l’orgoglio e le potenzialità del Sud per farne invece una narrazione di povertà e arretratezza, non una terra non da sostenere con politiche attive di crescita, sviluppo e lavoro, ma una colonia da umiliare con l’assistenzialismo a quell’esercito di lavoratori poveri e sottopagati che il Reddito di cittadinanza ha sedotto e illuso. I giovani che dovrebbero realizzare qui le proprie ambizioni e trovare un impiego nella propria terra diventeranno, invece, altra manodopera a disposizione del centro nord del Paese, in virtù di proposte di lavoro a ben oltre 250km di distanza da casa che non potranno essere rifiutate. È questo l’inaccettabile futuro che il M5S vuole per i giovani del Sud“.
“C’è un vulnus storico da sanare dopo 168 anni che invece si va ampliando – conclude Papatheu – ed è su questo che si dovrebbe immediatamente aprire una discussione parlamentare e una riflessione culturale, smascherando una volta per tutte chi ammanta di stereotipi di circostanza e parole nobili – come dignità e cittadinanza – provvedimenti iniqui e pericolosi”.