Cresce l’export siciliano, in controtendenza rispetto al dato nazionale. La performance dei distretti della Sicilia (+8,8%), infatti, ha potuto beneficiare del forte impulso della vendita all’estero dei vini e liquori della Sicilia occidentale e del buon andamento complessivo degli altri distretti agro-alimentari.
In calo l’export del polo ICT di Catania, un dato che, tuttavia, non trova conferma da parte degli operatori presenti sul territorio. Dal secondo trimestre dell’anno in corso risultano in territorio negativo i poli tecnologici del Mezzogiorno, che registrano tra luglio e settembre una consistente flessione dell’export (-12,1%). Al netto del polo ICT di Catania, i poli tecnologici registrano una variazione tendenziale positiva sia nel terzo trimestre che complessivamente nei primi nove mesi dell’anno.
Forte regresso invece è stato registrato per i distretti della Sardegna (-34,5%), penalizzata dal consistente calo sui mercati esteri soprattutto del lattiero-caseario del sassarese. Nel terzo trimestre del 2016 l’export dei distretti del Mezzogiorno ha, di fatti, seguito una dinamica negativa anche se più contenuta rispetto al secondo trimestre dell’anno.
Le esportazioni delle imprese distrettuali del Mezzogiorno, complessivamente, nel periodo luglio-settembre sono calate, infatti, del 2,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in linea con l’andamento lievemente negativo dei distretti italiani (-1,2% tendenziale il dato nazionale). Questo è quanto emerge dal monitor dei distretti del Mezzogiorno elaborato dalla direzione Studi e Ricerche dal Banco di Napoli. Penalizzanti per la dinamica dell’area, sono state, ancora una volta, le performance registrate sui mercati esteri dalle imprese distrettuali della Puglia.
Riguardo ai singoli distretti, si segnala il regresso nell’area del Mezzogiorno di alcuni distretti della filiera agro-alimentare (alimentare napoletano, olio e pasta del barese, pasta di fara), del sistema della moda (abbigliamento sud abruzzese, concia di solofra, abbigliamento del napoletano, calzature del nord barese) e della filiera del mobile (mobile imbottito della Murgia). Molto positive invece le performance dell’export registrate da altri distretti della filiera agro-alimentare (alimentare di Avellino, agricoltura della Piana del Sele, vini e liquori della Sicilia occidentale, conserve di Nocera), del sistema della moda (calzature di Casarano, calzetteria-abbigliamento del Salento) e del sistema casa (mobilio abruzzese).
Seguono un profilo di crescita le conserve di Nocera (+8,5% la variazione tendenziale pari a 18 milioni di euro aggiuntivi), così come torna a crescere l’ortofrutta del barese dopo due trimestri di forti contrazioni dell’export.
L’analisi dell’orientamento delle esportazioni dei distretti del Mezzogiorno mostra come il calo complessivo delle vendite estere sia stato determinato da un deterioramento della dinamica dei flussi commerciali diretti verso i principali mercati europei (in primis Francia, Regno Unito Spagna) ed extraeuropei (Stati Uniti e Giappone) e in alcuni mercati emergenti (Tunisia, Turchia, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti), che non viene compensato dalle buone performance realizzate su alcune piazze europee (Germania, primo sbocco commerciale, Svizzera) e in alcuni nuovi mercati (tra cui Polonia, Cina, Albania, Repubblica Ceca, Libia). Sul mercato statunitense hanno subito cali l’abbigliamento del napoletano, il lattiero-caseario del sassarese (primo sbocco distrettuale di entrambi) e la meccatronica barese, mentre sulla piazza giapponese c’è stato il forte arretramento di olio e pasta del barese.