Dal suo profilo facebook il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone ha lanciato la promessa definitiva: “arriva la soluzione per i precari delle pubbliche amministrazioni siciliane”.
Su un tema caldo che coinvolge una corposa e “arrabbiata” platea di lavoratori, il sottosegretario argomenta con precisone e in punto di diritto. Ma sul più bello in quella che doveva essere la chiosa finale per suggellare un successo politico, Faraone mostra il suo lato umano, ansie e “paure”. Con una battuta che pare legata all’esito del prossimo referendum.
Ma cosa ha scritto? Dopo aver professato il dispendio di energie del governo nazionale per la Sicilia, il politico Pd ha un attimo di esitazione e scrive: “Il governo Renzi si è fatto carico di questo percorso e intende portarlo a termine, se gliene verrà data la possibilità”. Ahi.
E chi potrebbe non dare questa possibilità a Renzi? Non c’è nessuna nube all’orizzonte se non lo scoglio, neppure tanto celato nel mare magnum della politica, di un referendum costituzionale che, lo dicono i sondaggisti, non appassiona più di tanto gli italiani. Si vedrà.
Intanto è bene riepilogare le buone notizie in arrivo per i precari siciliani. Riassunte in maniera dettagliata proprio dalle parole di Faraone: “Grazie al governo Renzi arriva la soluzione definitiva per i precari delle pubbliche amministrazioni siciliane. Finito il tempo degli stipendifici, dei dipendenti a braccia conserte e lavoratori ricattati dalla scadenza di contratto“. Cosa dovranno fare quei precari una volta non più tali è ben spiegato : “garantire più servizi ai cittadini grazie a una maggiore produttività, a una migliore organizzazione del lavoro, a una distribuzione delle risorse umane che abbia come obiettivo prioritario la qualità dei servizi e al tempo stesso garantire finalmente un lavoro stabile e produttivo ai tanti precari delle pubbliche amministrazioni siciliane sottraendoli al ricatto del costante rinnovo e garantendo alle amministrazione stabilità nelle risorse e capacità di programmare. E’ quello che stiamo facendo come governo Renzi, per la Sicilia”.
“Abbiamo già messo nero su bianco – conclude – una norma che approveremo in Senato nella Legge di stabilità nazionale che apra la strada a una soluzione definitiva: ci sono le risorse e sono strutturali e dunque per sempre non più una tantum. Poi l’Assemblea regionale siciliana (e qui iniziano i dubbi, soprattutto dopo la notte del “fotticompagno” in commissione Bilancio, ndr) dovrà fare la sua parte, con una norma da inserire nella prossima Finanziaria. Un percorso serio, concreto, con tempi e scadenze certe che deve concludersi entro poche settimane e comunque entro dicembre e che servirà, anzitutto, ai siciliani”.