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La conferenza stampa

Farmaci equivalenti, una leva strategica per la sostenibilità del sistema sanitario in Sicilia CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 31 Ottobre 2025

I farmaci equivalenti rappresentano una leva strategica per garantire sostenibilità economica, equità di accesso e resilienza del sistema sanitario, offrendo pari efficacia e sicurezza rispetto ai farmaci originatori ma a costi significativamente inferiori.

E’ possibile scegliere un farmaco a costo più basso senza alterare l’efficacia. Questo il focus dell’incontro che si è tenuto a Palazzo dei Normanni, una tavola rotonda istituzionale sul ruolo strategico del farmaco equivalente per la salute dei cittadini e la sostenibilità del Sistema Sanitario, su iniziativa di Carlo Gilistro, componente della Commissione Salute dell’Ars, e a cui hanno preso parte istituzioni, esperti di politiche sanitarie e associazioni di categoria e terzo settore.

E’ importante capire oggi quante persone, quanti pensionati, quanti poveri cittadini non arrivano più a curarsi per il costo dei farmaci. Oggi arrivare alla fine del mese e sapere che metà della pensione, un quarto della pensione finisce nelle farmacie, questo è qualcosa che non possiamo più ascoltare“. Queste le parole di Carlo Gilistro, deputato regionale del M5S all’Ars e componente della Commissione Salute.

Nonostante condividano con i farmaci di ‘marca’ lo stesso principio attivo, la stessa forma farmaceutica e gli stessi controlli di qualità, gli equivalenti faticano ancora a guadagnare piena fiducia da parte dei cittadini italiani. Persistono barriere culturali, disinformazione e resistenze prescrittive che rallentano la loro diffusione, soprattutto in alcune aree del Paese. Il risultato è una perdita economica rilevante per il Servizio Sanitario Nazionale e un aggravio per i cittadini, che spesso si trovano a sostenere costi evitabili.

A livello globale, il quadro è in rapida evoluzione. Tra il 2025 e il 2030 circa 390 miliardi di dollari di vendite mondiali di farmaci da prescrizione perderanno la protezione brevettuale, aprendo uno spazio significativo per l’ingresso dei generici. Solo nel 2028 è previsto un picco di oltre 100 miliardi di dollari di farmaci in scadenza di brevetto.

Una finestra di opportunità che, se colta, potrebbe generare benefici sostanziali in termini di riduzione della spesa sanitaria e ampliamento dell’accesso alle terapie.

Tuttavia, questa prospettiva positiva si scontra con le fragilità della filiera globale, ovvero carenze produttive, interruzioni nella distribuzione, concentrazione geografica della manifattura e rincari delle materie prime mettono a rischio la continuità di approvvigionamento, anche per i farmaci equivalenti. In tale contesto, garantire la disponibilità stabile di questi prodotti assume un valore strategico non solo economico ma anche di sicurezza sanitaria e autonomia europea. Servono politiche coordinate, industriali e di procurement, in grado di rafforzare la resilienza della catena di fornitura.

Il caso della Sicilia offre un osservatorio privilegiato. Qui le criticità legate alla diffusione dei farmaci equivalenti risultano più marcate rispetto alla media nazionale, la quota di mercato rimane bassa e le differenze territoriali tra province sono accentuate, in Sicilia, l’incidenza è del 22,1%, circa 7 punti percentuali sotto la media nazionale.

Le cause vanno ricercate in un mix di fattori, minore informazione dei cittadini, comportamenti prescrittivi eterogenei e una comunicazione istituzionale non sempre efficace.

Eppure, i dati mostrano che un uso più diffuso dei farmaci equivalenti potrebbe liberare risorse significative per il sistema sanitario regionale, migliorando l’equità di accesso alle cure e contribuendo a rendere più sostenibile la spesa pubblica.

Appunto, un incremento dell’uso degli equivalenti dell’1% comporterebbe una riduzione mensile della spesa farmaceutica pro capite di circa €0,19, con risparmi complessivi stimati in oltre €266 milioni l’anno se la Sicilia raggiungesse il 40% di adozione. Nel 2024 i cittadini italiani hanno speso complessivamente oltre €1 miliardo scegliendo farmaci branded non più coperti da brevetto al posto degli equivalenti, interamente rimborsati dal SSN. In Sicilia, questa spesa evitabile rappresenta il 15,6% della spesa regionale in farmacia.

Dati che emergono da un’analisi condotta da I-Com Istituto per la Competitività e promossa da Sandoz SpA, filiale italiana della multinazionale elvetica leader nei farmaci equivalenti e biosimilari. Lo studio è parte di un ampio progetto che, partendo dallo stato dell’arte sull’utilizzo del farmaco equivalente in Italia, ne analizza la situazione in vari territori regionali con spunti di confronto europei e internazionali. La Sicilia è la prima tappa che vedrà questo report presentato in altre Regioni italiane per “navigare” nel mare della sostenibilità.

Se la Sicilia e poi tutta l’Italia raggiungesse la media attualmente utilizzata in alcune regioni del nord il risparmio sarebbe molto alto, nazionalmente 2 miliardi di euro annui, in Sicilia oltre 250 milioni con risparmi anche per i singoli cittadini di quasi 6 euro al mese“, aggiunge Thomas Osborn, direttore area salute I-Com (Istituto per la Competitività).

Continueremo a lavorare insieme a tutti gli attori del sistema – pazienti, medici, farmacisti e istituzioni – e a sensibilizzare i cittadini per perseguire quella che è da sempre la mission di Sandoz: essere pionieri nel migliorare l’accesso alle cure e garantire la sostenibilità del sistema sanitario. In un momento in cui il 92% dei farmaci considerati critici dalla Commissione Europea sono equivalenti, è evidente quanto questo segmento sia strategico per la salute pubblica”, dichiara Francesca Romana Ramundo, Country Head e Amministratore Delegato di Sandoz Spa.

Per rispondere a questa esigenza, Sandoz ha deciso di potenziare progressivamente il proprio network produttivo europeo, con attenzione particolare al segmento degli antibiotici, area nella quale interveniamo con l’unica grande rete di produzione integrata di penicillina in Europa. È questo un esempio di come intendiamo supportare la continuità terapeutica e la resilienza dei sistemi sanitari”.

L’obiettivo non è soltanto economico. Promuovere la fiducia nei confronti degli equivalenti significa anche rafforzare la cultura del valore del farmaco come bene comune.

In definitiva, la sfida passa dalla consapevolezza e dall’integrazione delle politiche. Solo attraverso una strategia condivisa tra istituzioni, professionisti sanitari e cittadini sarà possibile superare le resistenze e costruire un modello di sanità più efficiente, equo e sostenibile, in Sicilia come nel resto d’Italia.

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