“Storditi dalle contraddizioni della nostra storia e dai gesti inspiegabili che insanguinano la nostra società siamo invitati a continuare a vivere. Feriti dal dolore per tante morti assurde siamo chiamati a risorgere e a essere promotori di vita”. Lo ha detto don Giuseppe Cumbo, vicario generale dell’arcidiocesi di Agrigento, durante l’omelia ai funerali, nella chiesa Sacro cuore delle Rocche di Agrigento, di Patrizia Russo, la cinquantatreenne uccisa dal marito nell’abitazione di Solero, in Piemonte.
Agrigento oggi è a lutto, per decisione del sindaco Franco Micciché. “Desidero immaginare così l’incontro tra Gesù e Patrizia. Vedendola arrivare alle porte del paradiso il Signore sarà stato preso da grande compassione per lei e le avrà detto: ‘Non piangere!’ È sempre difficile, in situazioni come questa, trovare parole adatte che non risultino scontate o di circostanza, o parole che piuttosto che consolare magari infastidiscono – ha aggiunto don Giuseppe -. Dinanzi al mistero della morte di una innocente si sta in silenzio, si riflette, si piange”.