Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, prima di avviare i lavori d’aula per l’approvazione del ddl di Stabilità, raccoglie i deputati in cordoglio per onorare le vittime del Covid nella giornata mondiale della memoria.
“Un abbraccio affettuoso va ai familiari dei nostri concittadini”, dice Miccichè.
Al centro del dibattito parlamentare di Sala d’Ercole il tema scuola e formazione in Sicilia e nelle Isole minori. I deputati sollevano le preoccupazioni rispetto all’effettiva funzionalità dei plessi scolastici, avendo constatato una situazione fatta di incompiute e di inevitabili restrizioni al quotidiano esercizio al diritto allo studio.
L’appello del deputato dem Antonello Cracolici è rivolto all’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, Roberto Lagalla, affinché possa aprire un dialogo con lo Stato per il riconoscimento di uno status specifico a favore delle isole minori della Sicilia, che è quello dell’autonomia scolastica.
“Sono intervenuto in aula all’Ars per sottolineare il rischio di tagli o accorpamenti che potrebbero riguardare gli Istituti scolastici delle Isole minori, ad iniziare da Ustica, in vista dell’anno scolastico 2021/2022: il governo regionale si è impegnato ad intervenire a tutela dell’autonomia didattica degli Istituti delle Isole, ed un Ordine del giorno a sostegno di questa battaglia è stato sottoscritto da tutti i capigruppo”, dichiara Cracolici, nel corso dell’esame della finanziaria.
Cracolici aveva presentato una interrogazione parlamentare rivolta all’assessore Roberto Lagalla, nella quale chiede il ritiro del decreto assessoriale n.217 “Piano di dimensionamento e razionalizzazione della rete scolastica in Sicilia per l’anno scolastico 2021/2022”, pubblicato lo scorso 10 marzo. Il Piano infatti non tiene conto della deroga inserita nell’ultima legge di stabilità nazionale per l’anno scolastico 2021/2022 sul dimensionamento scolastico, proprio per evitare la chiusura e la perdita di autonomia degli Istituti delle aree interne e delle isole minori.
L’emendamento proposto da Cracolici è stato trasformato in un apposito ordine del giorno da sottoporre a votazione dell’assemblea.
Il riferimento normativo è dato dall‘art 22 “Interventi e semplificazione amministrativa in materia di formazione professionale” sul finanziamento delle attività formative in capo agli enti regolarmente accreditati.
Lagalla spiega che si tratta sicuramente di una situazione complessa, sia per quanto riguarda la fruibilità dell’offerta didattica, che per quanto concerne lo stato dell‘edilizia scolastica. “Abbiamo individuato sin da subito alcune iniziative di supporto e di potenziamento alla didattica. Raccolgo le preoccupazioni e le riserve espresse dai colleghi deputati rispetto al comma 5 dell’art 22. Prendo atto delle osservazioni fatte rispetto al principio di competitività plurale e di proporzionalità nella diversificazione dell’offerta formativa, provvedendo ad una riscrittura“, dichiara l’assessore Lagalla.
In questa direzione ed in relazione alla peculiarità della situazione scolastica delle isole minori della Sicilia, il governo si pone l’obiettivo di individuare azioni efficaci per garantire l’adeguata fruibilità del percorso formativo, garantendo ambienti scolastici idonei alle loro finalità educative.
In tal senso gioca un ruolo anche l’art 23 “Adozione e revisione di norme relative ad istruzione e diritto allo studio”, la cui norma prevede l’istituzione di un Fondo di rotazione di 10 milioni di euro, destinato alla anticipazione, in favore degli enti beneficiari, delle somme necessarie al completamento degli accertamenti tecnici preliminari e dei vari livelli di progettazione per la realizzazione e/o la manutenzione straordinaria di immobili destinati a istituti scolastici o residenze universitarie. La dotazione del Fondo è individuata a valere sulle risorse extraregionali nella disponibilità dello stesso Assessorato. Il Fondo è alimentato attraverso la restituzione delle anticipazioni erogate a favore dei destinatari, detratte dai costi di realizzazione delle opere ammesse a finanziamento.
Miccichè interviene in corso d’opera “Esorto tutta la deputazione ad osservare l’importanza dell’argomento condiviso, dobbiamo scongiurare la bocciatura dell’articolo, perciò vi invito ad accantonare l’artico 22 per trovare una soluzione condivisa da tutti”.
Dopo qualche minuto viene approvato in Aula un emendamento di Attiva Sicilia alla legge di stabilità che autorizza l’assessore regionale dell’Istruzione e formazione professionale a raddoppiare i valori economici per il finanziamento destinato agli istituti scolastici delle isole minori. “Con questo emendamento – spiega Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia – si permetterà anche di sostenere le spese per il trasporto marittimo per il personale in servizio presso i plessi scolastici delle isole minori siciliane, in modo da andare incontro al personale docente e non docente che lavora nelle isole”.
Articoli 23 e 25 approvati. Il presidente Miccichè riprendere la discussione dell’articolo 8 che prevede interventi finanziari per le PMI, accantonato ieri durante i lavori d’aula per essere riscritto dagli uffici legislativi dell’Ars.
Battuta d’arresto per il governo Musumeci all’Ars. L’Aula ha approvato con voto segreto un emendamento che stralcia, però, la parte finale del testo modificativo che prevedeva spese aggiuntive previste dalla convenzione tra Regione Siciliana e Bei per cui “al fine di garantire l’avvio dello strumento finanziario è autorizzata una spesa di 500 mila euro per ciascuno degli esercizi finanziari 2021-2022-2023” .Si tratta dell’articolo che istituisce un fondo di garanzia da 25 milioni di euro in favore delle piccole e medie imprese che non hanno possibilità di accesso al credito bancario: il fondo verrà gestito con una convenzione tra il dipartimento regionale delle Finanze e del credito e la Banca europea degli investimenti.
L’emendamento è passato con 32 voti favorevoli e 28 contrari. Inutile il tentativo di mediazione da parte del governatore Nello Musumeci, presente in Aula, che aveva suggerito una modifica del testo con la possibilità di un rendiconto periodico sulle attività del fondo alla Commissione Bilancio dell’Ars. Secondo l’assessore all’Economia, intervenuto poco prima del voto, la cancellazione della parte relativa alle spese del fondo “rende vano l’intero articolo”.
A questo proposito è stato necessario un intervento chiarificatore da parte del presidente Miccichè su tutta la manovra finanziaria, aprendo un dialogo con i giornalisti presenti in Sala Stampa.
“Questa è una finanziaria molto particolare- ribadisce Miccichè- il danno economico, causato dalla zona rossa istituita nella scorsa primavera è incalcolabile, dando ragione a quelle persone che pensano che la Sicilia non ce la possa fare, ed è un dato oggettivo. Da parte mia, come presidente dell’assemblea, è stata fatta una scelta: se non possiamo accettare emendamenti di spesa perché non c’è un euro, chi li teneva i deputati? Scusate non venite in aula perché non potete presentare emendamenti! Chi ne dica, ci sono deputati che lavorano tutto il giorno, incontrano categorie, aziende e persone a cui garantiscono che succederà qualche cosa”.
“In questa finanziaria- prosegue Miccichè- ho fatto una scelta che è quella di accettare emendamenti aggiuntivi, di spesa, purché coerenti, poi ci sono emendamenti di tipo ordinamentale che non hanno costi di spesa immediata che abbiamo dovuto valutare. debbo dire che ci sono emendamenti assolutamente importanti che indicano bellissime idee e che hanno una logica, ma dico anche che l’unico articolo che prevedrà spesa è l’art 2 che come avete visto è stato un attimo accantonato per affrontare gli altri articoli, e poi affronteremo la vera finanziaria che è l’art.2“.
“Quando sento che Confindustria è impazzita perché abbiamo accantonato, ribadisco che accantonare non significa stralciare, bocciare. Accantoniamo per scrivere meglio, come è accaduto con l’articolo 22. Voglio chiarire che l’emendamento di cui all’art 8 non c’entra nulla con i finanziamenti alle imprese, ma riguarda un rapporto di consulenza tra la Regione Siciliana e la Bei e non significa dare soldi alle imprese, evitiamo questa confusione, che da questo dipendano i fondi alle imprese. I fondi veri e propri sono quelli statali e quelli europei e li diamo anche noi, ma in funzione di quello che arriva a noi”.
Insomma, in questa finanziaria non ci sono nuovi strumenti finanziari per il sostegno alle imprese, né vengono eliminati i vecchi strumenti per le aziende. Tutto dipenderà dall‘articolo 2 del ddl di Stabilità, emblema dell’intera manovra regionale.
“Sono deluso, perché questo non è il mio metodo lavorativo, a me piace arrivare alla conclusione, invece a causa del covid, un pò per la Corte dei Conti che non ha parificato il rendiconto, per l’accordo Stato – Regione che non avveniva, poi per la cattiveria da parte del governo centrale che avrebbe dovuto fare l’accordo a dicembre e che ci avrebbe consentito di poter fare la variazione di bilancio relativa a quell’anno e invece l’hanno fatta a gennaio per non farcela approvare, ed è scoppiato il casino. Questa non è stata lealtà istituzionale da parte del governo nazionale. Un accordo bastardo! Quindi cosa impugnano?
“La finanziaria si deve chiudere entro la prossima settima e prima della fine della prossima settimana, perché dobbiamo garantire gli stipendi, uscire dalla gestione provvisoria della Regione. Occorre far passare la norme fondamentali e obbligatorie in modo da poterle pubblicare nella Gazzetta Ufficiale. La proposta che farò al governo e all’Assemblea è di andare avanti con l’esame degli articoli, ma la prossima settimana se le cose andranno ancora per le lunghe approviamo l’art.2 e pubblichiamo la legge col resto degli articoli già approvati in precedenza, mettiamo così la Sicilia in sicurezza e subito dopo proseguiremo con l’esame degli altri articoli”, conclude il presidente Miccichè.
Miccichè non nasconde il dispiacere e il disagio, per quest’anno la Sicilia ha perso.
Il governo chiede di votare l’art 28 “Messa in sicurezza beni demaniali marittimi e Rimozione dei rifiuti abbandonati sul demanio marittimo”. Al fine di far fronte alle opere necessarie ed urgenti per la messa in sicurezza di immobili e di aree appartenenti al pubblico demanio marittimo regionale e di eliminare le conseguenti condizioni di pericolo per la pubblica incolumità, anche attraverso interventi di demolizione di edifici pericolanti, la norma autorizza per l’esercizio finanziario triennale la spesa annua di 700 mila euro. L’aula approva la norma così come formulata dal governo Musumeci.
Al vaglio e con voto favorevole gli articoli 29 e 30.
L’aula riprenderà i lavori domani, alle ore 16.