L‘Ars ha approvato la finanziaria: 35 voti favorevoli e 24 contrari.
Palazzo dei Normanni ha ripreso l’esame della finanziaria con molte difficoltà. L’auspicio del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Miccichè, di chiudere i lavori d’aula entro oggi ha avuto esito positivo, nonostante le continue sospensioni e le bocciature delle norme proposte dal governo che hanno determinato vari stalli politici sulla deliberazione della manovra regionale.
“Non riesco a capire l’atteggiamento dell’Aula e a questo punto non rimane che chiudere. Andare avanti così è perfettamente inutile per il comportamento sia di opposizione sia di maggioranza. Perché quando passa il voto segreto contro è perché la maggioranza vota contro, non ci prendiamo in giro. E’ inutile andare avanti, interrompiamo e decidiamo se chiudere il tutto”, ha detto il presidente Miccichè.
Dopo la bocciatura di due articoli della Finanziaria con voto segreto, il 53 e il 114, il presidente Miccichè ha, infatti, sospeso i lavori per un’ora. La mancanza ab origine di un accordo politico ha confermato che il clima a Sala d’Ercole è stato teso. Nonostante mancassero pochi articoli da approvare, l’esame anche stamane è andato a rilento e, proprio nel tentativo di accelerare, Miccichè ad apertura dei lavori aveva avvertito i deputati dell’Assemblea che non sarebbe stato possibile esaminare ulteriori emendamenti aggiuntivi, poi stralciati.
“E’ una finanziaria senza soldi e la metà di queste norme possono essere affrontate per via amministrativa”, ha chiarito Miccichè.
In aggiunta, per due volte il governo è stato battuto con voto segreto nel corso dell’esame della finanziaria, e anche in questo caso il presidente Gianfranco Miccichè ha sottolineato il suo disappunto. “Ho sempre sostenuto che per le norme finanziarie non si dovrebbe utilizzare il voto segreto, così come succede in diversi parlamenti nel mondo. E’ evidente che in questo caso c’è un problema anche nella maggioranza – ha detto Miccichè – non ha senso andare avanti per fare bocciare tutto. Parlerò con il governo e con i capigruppo per decidere cosa fare, forse è meglio fermarsi qui”.
Anche il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, è intervenuto nel corso dei lavori d’aula, prendendo atto della decisione del presidente dell’Ars Miccichè, che ha deciso di stralciare dalla finanziaria gli ultimi dieci articoli dopo che stamani alcune norme sono state bocciate col voto segreto.
“Norme bocciate della finanziaria? Ci sono ascari nella maggioranza”, ha detto il governatore Musumeci.
Dopo mesi di lungo confronto all’interno del Parlamento siciliano e i voti favorevoli delle commissioni legislative che avevano dato copertura finanziaria, è saltata la votazione della norma sulla realizzazione del Museo del Liberty, la cosiddetta Villa Deliella, fortemente voluta dalla deputata forzista Marianna Caronia per rilanciare la Città Metropolitana di Palermo. La norma prevedeva lo stanziamento di tre milioni per la progettazione del sito culturale e l’avvio del percorso turistico dell’Art Nouveau.
Il presidente della Regione Nello Musumeci e l’assessore regionale ai beni culturali e all’identità siciliana Alberto Samonà hanno espresso condivisione della proposta di recuperare in villa Deliella un modello di identità e di rivincita culturale, prendendo l’impegno formale per cui, subito dopo la finanziaria e con atto amministrativo, si cercherà di realizzare un progetto certamente lodevole.
“La Sicilia ha uno dei patrimoni culturali più grandi del mondo. Palermo è stata capitale della cultura qualche anno fa ed ha tanti monumenti parte del Patrimonio mondiale dell’Unesco. La cultura è da sempre uno dei motori della nostra città, del suo sviluppo e della sua economia. Ma sulla Cultura, proprio oggi, Palermo ha subito uno smacco grave, ed è stata sacrificata sull’altare dei rapporti interni dalla maggioranza di governo. Villa Deliella, gioiello architettonico fra le prime “vittime” del sacco di Palermo. Ad uscire sconfitta in questa vicenda sono la politica, la cultura, la città di Palermo”, ha detto la parlamentare regionale Marianna Caronia.
“Non posso che augurarmi– conclude Caronia- che il Governo regionale, mantenendo l’impegno assunto oggi dal Presidente Musumeci, con la prossima amministrazione cittadina riprenda il percorso interrotto, rispetto al quale oggi il Parlamento regionale ha fatto una scelta che non è contro di me, ma contro la città di Palermo e contro i tanti che a quel progetto di rinascita hanno creduto e per il quale si sono spesi.”