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Finanziaria, Ars dà ok a stabilizzazione Asu: 330 milioni per i lavoratori

mercoledì 24 Marzo 2021
Nello Musumeci

L’approvazione della norma di cui all’articolo 46 della Finanziaria “Norme in materia di stabilizzazione e fuoriuscita personale A.S.U.”, che autorizza una spesa di 330 milioni di euro per il triennio 2021-2023, chiude una pagina storica del precariato Asu che si era aperta 30 anni fa.

È stato un impegno di tutti. E col parere favorevole del nostro governo, l’Assemblea regionale siciliana ha votato la norma che stabilizza 4571 lavoratori del bacino Asu. Così, dopo un quarto di secolo, i lavoratori Asu occupati nella Pubblica amministrazione possono finalmente trovare la necessaria serenità lavorativa”, annuncia il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

“Merito di tutti, governo e parlamento, per un atto di grande responsabilità. Una tappa ulteriore, questa, sul percorso della stabilizzazione dei precari che abbiamo avviato da due anni. Ringrazio il dipartimento Lavoro e l’Assessore Scavone per l’importante lavoro preparatorio svolto”, conclude il governatore Musumeci.

LA DICHIARAZIONE DEI SINDACATI

Con l’approvazione all’Ars della norma che riguarda i lavoratori Asu si chiude oggi in Sicilia, dopo quasi 25 anni, una brutta storia di precariato. I 4.571 lavoratori rimasti nel bacino e distribuiti nelle nove province possono finalmente tirare un sospiro di sollievo. Dopo anni di impegno e dialogo serrato con le Istituzioni siamo riusciti a portare a casa un significativo e importantissimo risultato“.

Lo dicono i segretari generali di Fp Cgil, Cisl Fp e UilTemp: Gaetano Agliozzo, Paolo Montera e Danilo Borrelli. I lavoratori Asu, da quasi 25 anni, lavorano in enti e strutture, anche con incarichi di responsabilità, con solo un sussidio di 590 euro mensili.

Sono così distribuiti nelle nove province: Messina 1.538, Palermo 840, Agrigento 648, Trapani 627, Ragusa 331, Catania 197, Siracusa 133, Caltanissetta 133 ed Enna 124.

Adesso, attendiamo l’approvazione definitiva della finanziaria. Poi, il nostro lavoro continuerà fino a quando le stabilizzazioni non saranno tutte completate“, concludono i sindacalisti.

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