Il resoconto parla chiaro: la Finanziaria approvata a Roma è costata alla Sicilia oltre 2,6 miliardi in meno e dalla Regione non arrivano segnali incoraggianti.
E’ tempo di bilanci e le prime impressioni sembrano tutt’altro che positive. A non convincere sono sia la Finanziaria nazionale che quella regione e ad evidenziare le preoccupazioni è stata la Cgil Sicilia, che ha presentato oggi un report nel quale analizza voce per voce i tagli e fa il punto anche sullo stato della spesa del Pnrr, del Fondo di sviluppo e coesione e del Fondo sociale Europeo plus.
“Si rischia la catastrofe sociale“: ha dichiarato il segretario generale della Cgil Sicilia Alfio Mannino. “La Finanziaria nazionale – ha aggiunto – rischia di determinare il deserto economico e produttivo. Si intaccano infatti i pilastri su cui si era costruito un minimo di ripresa nel silenzio del governo regionale. La gestione inadeguata dei fondi europei, inoltre, non consentirà i necessari cambiamenti del modello economico e sociale che queste risorse avrebbero potuto contribuire a determinare“.
Fari accesi anche sulla legge di bilancio regionale, arrivata dopo una lunga maratona di circa diciassette ore all’Ars, per un totale di 92 articoli e una spesa di poco inferiore al miliardo di euro. Mannino ha puntato il dito contro la Regione Siciliana, ormai “sempre meno ente di programmazione e di indirizzo“. A mancare, ad oggi, sono misure volte al rafforzamento della pubblica amministrazione o del monte ore dei precari nei Comuni, all’assunzione del personale e nulla ancora su investimenti e politiche sociali. “Le risorse – spiega Mannino – sono state sparpagliate in mille rivoli. Questo determina squilibri, ma anche una condizione nella quale la Regione Siciliana non affronta le criticità“.
Le speranze sono riposte sul Collegato, il quale dovrebbe contenere le misure rimaste fuori e che arriverà in aula a gennaio: “Ci auspichiamo che vengano affrontati i problemi veri della Sicilia. Abbiamo avanzato dieci proposte strategiche e ne è stata accolta soltanto una. La Sicilia – ha concluso Mannino – è in una situazione di grande sofferenza e abbiamo bisogno di investimenti e risorse vere e non di parcellizzazione di risorse che alla fine alimentano clientele e malaffare“.