Ci sono compleanni importanti che vanno festeggiati, anche se non in pompa magna, in rispetto del momento storico caratterizzato dal dilagare del Covid-19: tra questi dello della Fondazione INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico che, nel lontano 16 aprile 1914, debuttava all’interno del Teatro Greco di Siracusa, di gran lunga più importante d’Europa, con l’Agamennone di Eschilo.
Da allora, a parte circostanze particolari, i cartelloni delle rappresentazione della Fondazione INDA hanno scritto, è il caso di dire, la storia della cultura in Sicilia, riproponendo commedie e tragedie classiche nella rilettura degli artisti contemporanei.
La storia
Fondatore del progetto fu l’aristocratico siracusano Mario Tommaso Gargallo, che nel 1913 costituì un comitato promotore con l’ambizione di ridare vita al dramma antico presso il suo “spazio naturale“, il Teatro Greco di Siracusa appunto.
La prima interruzione forzata fu causata dalla Prima Guerra Mondiale: nel 1921, però, si riprese con le Coefore di Eschilo e, per l’occasione, giunse a Siracusa anche Filippo Tommaso Marinetti, rappresentante simbolo del Futurismo.
Nel 1924 fu Mussolini, dopo aver assistito personalmente all’esibizione teatrale de I sette a Tebe e di Antigone, ad emanare il regio decreto (n. 1767 il 7 agosto 1925) che formalizzò ufficialmente l’INDA.
Anche Gabriele D’Annunzio doveva lasciare la sua impronta in questa istituzione cultuale ma, alla fine, siamo nel 1928, no si raggiunse nessun accordo e la sua Fedra saltò.
Nel 1978 l’INDA divenne ente pubblico non economico e fu riconosciuto come “ente necessario allo sviluppo sociale, civile, economico e culturale del paese“. Risale invece al 1998 il passaggio da ente pubblico a Fondazione.
Altra data importante è il biennio 2000/2001 in cui la cadenza dei cicli di rappresentazione passa da biennale ad annuale.
Negli anni l’importanza e la eco di queste rappresentazioni è cresciuta a livello internazionale anche grazie al coinvolgimento di artisti di diversa formazione.
Quest’anno tra i registi si contavano Carlus Padrissa, fondatore della compagnia La Fura del Baus, per Le Baccanti; Jacopo Gassmann, per Ifigenia in Tauride, considerato uno dei talenti della nuova generazione di registi italiani; e Antonio Calenda per Le Nuvole, tra i maestri della regia teatrale nazionale.
La pandemia da Coronavirus ha, va da sé, sparigliato programmi e date e, anche se la Fondazione ha aderito all’iniziativa “Biglietto Sospeso“, certamente il cartellone subirà variazione significative.
Non tutto è perduto e, in attesa che il Governo nazionale definisca linee guida precise e discriminanti sul futuro, anche, delle attività culturale l’assessore alla Cultura del Comune di Siracusa, Fabio Granata, ci ha anticipato la proposta che nei prossimi giorni verrà avanzata ai componenti del cda: “Considerato che gli spettacoli vanno in scena all’aperto, rispettando ovviamente le disposizioni governative, riteniamo che sarebbe possibile rispettare il distanziamento sociale, riducendo magari il numero degli spettatori, e mettere in scena possibilmente tra fine agosto e gli inizi di settembre (dal 21 agosto all’8 settembre), almeno Le Baccanti, insieme ad iniziative collaterali in città, per alimentare il turismo interno della Sicilia“.
Un plauso particolare, infine, va alla “spina dorsale“, è il caso di dire, dell’INDA, ma in generale di tutte le realtà teatrali, ovvero alle maestranze di tecnici e artigiani dei diversi settori.
Sono circa 400 quelle all’interno della Fondazione che realizzano scene e costumi nei laboratori di sartoria e scenografia concretizzando le idee degli artisti.
“Questi 106 anni trascorsi dalla prima rappresentazione dell’Agamennone di Eschilo tradotto dal grande Ettore Romagnoli sembrano esser volati – ci ha detto Fabio Granata – E in questo tempo dilatato che viviamo, il ricordo di questa straordinaria impresa culturale voluta da Tommaso Gargallo e alimentata dal genio visionario di Duilio Cambellotti e dalla sapienza di Romagnoli, diventata la più formidabile delle macchine teatrali del mondo legata alla Tradizione Classica e nel più antico e importante Teatro Greco in pietra al Mondo, ci attribuisce la responsabilità di non ‘interrompere lo spettacolo’. Una cosa è certa: questa tradizione andrà avanti e negli anni a venire torneremo a quel numero straordinario di spettatori che rappresentano la nostra forza e il nostro orgoglio. Auguri Inda!“.