Forza Italia deve tanto, se non tantissimo, alla Sicilia. La Regione del 61 a 0 del 2001 ha regalato stagioni di epiche vittorie elettorali, sfornando una classe dirigente che, nonostante i cambiamenti politici, mantiene ancora oggi un controllo del territorio più che significativo.
Catania, in particolar modo, era entrata nel cuore del suo fondatore, il compianto Silvio Berlusconi, che nel capoluogo etneo vide la vittoria del suo medico personale, il napoletano Umberto Scapagnini. C’è stata anche l’epoca di Salvo Pogliese che, prima di transitare in Fratelli d’Italia, è stato europarlamentare e poi sindaco azzurro della città.
Mutatis mutandis, a reggere le redini del partito etneo sono oggi due importanti player regionali: Marco Falcone, assessore al Bilancio del governo Schifani (dopo aver gestito le Infrastrutture in quello di Nello Musumeci), e Nicola D’Agostino, deputato regionale e plenipotenziario del territorio acese.
Il primo, storico uomo di destra, arriva in Forza Italia insieme al suo referente nazionale, Maurizio Gasparri, dopo aver militato nell’Msi, da giovane sindaco di Mirabella Imbaccari, e poi in Alleanza Nazionale. Il secondo approda al partito di Arcore molto dopo, durante la scorsa legislatura regionale, dopo aver sostenuto prima Rosario Crocetta e poi la candidatura dell’ex rettore Fabrizio Micari con la sua Sicilia Futura.
Dai banchi dell’opposizione, inizialmente, era nato un “flirt” con alcuni uomini del gruppo Musumeci (al quale garantirà, a volte, la maggioranza in aula), concluso poi con l’ingresso in FI, sotto l’ala protrettrice di Gianfranco Micciché. Che però abbandonerà per sostenere il governatore Renato Schifani nella celebre battaglia tra Forza Italia 1 e Forza Italia 2.
Questo dualismo, alla luce delle recenti elezioni amministrative, sembrerebbe però essere messo in discussione, per almeno due motivi: uno sbilanciamento in termini di numeri a favore di Falcone e la presenza di nuovi soggetti che guadagnano spazio.
Nonostante l’area D’Agostino esprima l’Ad di Sac Aeroporti, Nico Torrisi, e il riconfermato sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, nessuno dei dagostiniani è infatti riuscito ad essere eletto in consiglio comunale a Catania. Dove sono entrati, invece, gli azzurri dell’area di Marco Falcone, a cui fa capo l’assessore alle Manutenzioni, Giovanni Petralia. Fuori dalle aree, il consigliere Riccardo Pellegrino.
Petralia è il secondo assessore di Forza Italia, dopo Salvo Tomarchio, assessore all’Ambiente, voluto dal Presidente della Regione Schifani. Proprio Tormachio, così come alcuni altri giovani, sembrerebbe rappresentare la vera novità di Forza Italia. Una presenza che potrebbe rendere ancora più complessa la situazione nel partito etneo.
Tomarchio infatti, alle ultime elezioni regionali ottiene circa 7mila preferenze, arrivando terzo in lista dopo Falcone (13mila) e D’Agostino (9.500 totali). Hanno, recentemente, ottenuto buoni risultati altri giovani azzurri come Antonio Villardita, Piermaria Capuana o Marco Corsaro, neo sindaco di Misterbianco.
Un gruppo di catanesi che fa sempre più “rumore”, soprattutto in vista dei prossimi appuntamenti del partito tra i quali, il più importante, è sicuramente l’elezione del nuovo segretario nazionale, che tutti sanno essere Antonio Tajani. Passaggio che potrebbe aprire nuovi scenari. Difficilmente prima delle europee ma, molto più probabilmente, dopo.