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Il provvedimento

Fra Celestino, il frate scalzo che preoccupa i vescovi

venerdì 28 Febbraio 2025

Fra Celestino della Croce sembra uscito da “il nome della rosa” di Umberto Eco: scalzo,  la barba bianca e i modi ruvidi proprio il panno del suo abito francescano, celebra e amministra i sacramenti in latino e dispensa, alternate, pie esortazioni e strali contro la “falsa chiesa di Bergoglio”.

Proprio come suoi illustri predecessori eretici o in odore di eresia, il frate veneto-siciliano da un po’ di tempo impensierisce vescovi siciliani e  di mezza Italia per via della sua predicazione tradizionalista, itinerante e a mezzo social, e per aver affiancato nella sua battaglia contro Papa Francesco don Alessandro Minutella, il sacerdote palermitano recentemente scomunicato e ridotto allo stato laicale per le sue posizioni.

Come per don Minutella anche per fra Celestino sono fioccati provvedimenti canonici di ogni tipo: l’ultimo pochi giorni fa del vescovo di Cefalù Giuseppe Marciante che ha proibito  al frate di confessare nella diocesi cefaludese in linea con i provvedimenti del vescovo di Patti Guglielmo Giombanco che già nel marzo 2023 aveva comminato al religioso la sospensione da tutti gli atti di potestà di ordine e di ministero, con il divieto, pertanto, di celebrare l’eucaristia e di porre qualsiasi atto di ministero.  A fra Celestino il vescovo di Patti e gli altri suoi confratelli nell’episcopato contestano «i suoi continui atteggiamenti pubblici di non comunione con la Chiesa cattolica, con il Santo Padre Francesco e con il vescovo diocesano, senza manifestare alcun segno di ravvedimento».

La sospensione a divinis ha costretto fra Celestino ad abbandonare il convento di Pettineo, dove era molto amato dai fedeli, e a rifugiarsi sotto le ali di don Minutella a cui si è associato nella predicazione itinerante anti Bergoglio.

Ma chi è fra Celestino? Pietro Follador, questo il suo nome civile, è nato a Valdobbiadene (Tv) nel 1962, sceglie la vita religiosa nei Frati Minori Rinnovati e il 6 giugno 1993 è ordinato sacerdote nella Cattedrale di Padova. Nel 1999 insieme a fra Umile di Maria e un altro frate, decidono di staccarsi dalla congregazione per cercare una forma di vita francescana, più radicale, con maggiore spazio alla preghiera e vengono così accolti  dall’allora vescovo di Patti, mons. Ignazio Zambito, che affida loro l’antico convento di Pettineo,  autorizzandoli  a livello diocesano ad assumere il nome di “Frati minori rinnovati di Patti”.

Ad un certo punto però qualcosa cambia nella testa di fra Celestino: dopo l’elezione al Soglio pontificio di Papa Francesco aumenta in lui il disagio per le scelte e le posizioni del Pontefice e nella sua evoluzione intellettuale e spirituale entra in contatto nel gennaio 2022 con don Minutella che già da tempo ha maturato posizione teologiche che lo portano a dire che Bergoglio non sarebbe il vero Papa.  Di lì a poco il francescano avrebbe comunicato al Vescovo di Patti la sua scelta di non celebrare più la Santa Messa in comunione con Papa Francesco perché considerato da lui eretico.

Fra Celestino si aggrega così al “Sodalizio sacerdotale mariano” fondato da don Minutella e si distingue accanto all’ex parroco palermitano per l’attivismo nella predicazione anti Bergoglio e nella celebrazione dei sacramenti itinerante in Italia e all’estero.

E mentre il vescovo di Cefalù firmava il decreto, Radio Domina Nostra, la piattaforma social utilizzata dal movimento di don Minutella per comunicare, annunciava  la presenza dell’ex prete palermitano e di fra Celestino addirittura a Gibilterra, tra Europa ed Africa, segno che il “piccolo resto cattolico” (così definisce il suo movimento Minutella) non è più un “problema” solo dei vescovi italiani che in questo ultimo periodo hanno monitorato attentamente gli spostamenti di quelli che qualcuno ha già definito gli “eretici 2.0”.

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