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G7, Musumeci: “Siamo la terra del sospetto ma il governo deve ascoltare Cantone”

sabato 28 Gennaio 2017

Dopo il duro intervento in Commissione Bilancio alla Camera da parte del presidente dell’Autorità nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, anche il presidente della Commissione Antimafia dell’Ars, on. Nello Musumeci, prende posizione sulla discussa questione del rischio di infiltrazioni mafiose nei cantieri (non ancora avviati) per il G7 di Taormina. “È chiaro che il campanello d’allarme lanciato dal presidente Cantone – spiega Musumeci – non può passare inosservato e, di conseguenza, deve anzi destare l’interesse di tutti. È anche vero che noi sembriamo accompagnati da una sorte “maledetta” quando arriva il denaro pubblico e subito cala l’ombra della mafia, della corruzione e del malaffare. Non sempre alla fine è così, ma nella “terra del sospetto” è quanto possa bastare per rendere impossibile quello che altrove diventa semplice e facile. Credo che il Governo nazionale debba rendere conto, e farlo al più presto, delle preoccupazioni sollevate dall’Anac, dal presidente Cantone, e spetta alle autorità locali, al presidente della Regione ed al sindaco di Taormina esercitare le giuste e necessarie pressioni per rimuovere ogni possibile ostacolo“.

Musumeci ha poi detto la sua anche sui cantieri, per i quali si continua ad attendere il via: “Credo che ci sia una evidentemente una preoccupazione generale sullo stato delle cose. Per quanto mi riguarda questa paura non è ancora supportata ancora da sufficienti elementi ma ho sempre paura che alla fine si blocchi sempre tutto. Per questo ritengo indispensabile che si debba rivendicare il diritto alla realizzazione delle opere. È importante tenere alta l’attenzione affinché le procedure siano trasparenti e incontaminate da pressioni interne ed esterne di qualsiasi genere“.

Il Palacongressi di Taornina, sede del meeting G7

Alle porte di febbraio, sul fronte dei lavori messi in agenda da Palazzo Chigi insieme al Comune di Taormina, l’immobilismo regna sovrano. Prosegue, sinora, senza l’auspicata accelerazione la lunga ed estenuante attesa per i lavori alla quale fa da contraltare l’apprensione collettiva sui tempi in cui potrà finalmente scattare la messa a norma del Palazzo dei Congressi, ma anche altri interventi come la realizzazione delle due elipiste che dovrebbero essere approntate (nei terreni della piscina comunale ed in contrada Piano porto) come anche la pavimentazione della Via Teatro Greco, ed inoltre la sistemazione delle strade di accesso/uscita della città. Ci sono 15 milioni di euro messi a disposizione del governo con la legge di bilancio ma per cantierare finalmente tutto occorre che siano pronti i relativi progetti. Senza dimenticare (ma questo competerà al Cas) che in agenda è stata messa anche l’asfaltatura e l’ammodernamento della tratta Taormina-Catania della A18, mentre rimane disastrosa la situazione della tratta Taormina-Messina.

I progetti preliminari sono in fase di trasformazione per renderli definitivi. Queste procedure vengono seguite con attenzione dal Commissario straordinario Carpino“, prova a rassicurare il sindaco Eligio Giardina. Ma in città, di giorno in giorno, crescono vertiginosamente le perplessità e lo scetticismo generale sul fatto che, alla fine, si riuscirà poi a mettere definitivamente a norma il Palazzo dei Congressi, da 30 anni a questa parte utilizzato “a singhiozzo” nel corso dei vari periodi dell’anno e con permessi e deroghe di volta in volta concessi con relative limitazioni di sicurezza dai Vigili del Fuoco e dalla Commissione di Vigilanza. Proprio i Vigili del Fuoco hanno da tempo sollecitato l’esecuzione di interventi mirati per risolvere le criticità in essere. Ma, come detto, la tempistica rischia di complicare i piani e il rischio, che si dovrà scongiurare, è quello di arrivare a ridosso del G7 per poi dover utilizzare il Palazzo dei Congressi soltanto con un’agibilità provvisoria di qualche giorno, forse di una settimana e giusto per affrontare le giornate del G7. A tre mesi dal G7, il realismo inizia prepotentemente ad andare oltre i facili ottimismi, e lo stesso discorso vale per gli ascensori di collegamento tra il Lumbi ed il centro storico, mai realizzati da quando venne aperto il parcheggio Lumbi (nel 1995) e destinato a non diventare realtà neppure questa volta. Taormina rischia di perdere l’occasione irripetibile di dare un senso al “tesoretto” dei 15 milioni a disposizione da Roma, rischiando soprattutto di continuare a portarsi appresso la zavorra infrastrutturale di problemi che sembrano un tormentone senza fine.
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