Dal Fratino Charadrius alexandrinus alla Berta minore Puffinus yelkouan, sono tanti gli esemplari di uccelli migratori oggi a rischio e da tempo al centro di azioni di tutela.
Alcuni di loro, come il Fratino, sono tra le specie che registrano il maggiore decremento in Italia, altri come la Berta minore Puffinus yelkouan, specie endemica del Mediterraneo, sono tra quelle in cattivo stato di conservazione.
Per la Giornata Mondiale degli Uccelli Migratori, che ricorre oggi, sabato 8 maggio, Legambiente torna a ricordare che le specie avifaunistiche, per le loro caratteristiche, rappresentano un mezzo importante di conoscenza per definire lo stato di conservazione degli ecosistemi e degli habitat e come sia fondamentale tutelarle e proteggerle sensibilizzando cittadini e istituzioni.
Non a caso uno degli obiettivi della Giornata Mondiale è proprio quello di porre all’attenzione di tutti l’importanza della tutela della biodiversità e degli habitat di interesse conservazionistico per gli uccelli migratori. Una necessità tanto più impellente se si tiene conto del fatto che, nonostante il declino della biodiversità sia uno dei maggiori problemi ambientali che l’umanità si trova ad affrontare, ancora oggi la portata e la gravità delle conseguenze di questo fenomeno non sono percepite dal grande pubblico e dalla gran parte dei decisori politici.
Per questi motivi, l’associazione ambientalista organizza durante questo fine settimana, nel pieno rispetto delle normative anti-Covid, diverse iniziative territoriali con attività di birdwatching – evento di punta quello in programma a Sabaudia (LT) presso i laghi del Parco Nazionale del Circeo – e lancia un pacchetto di dieci proposte, raccolte nel report “Avifauna a rischio”, ricordando che per preservare la biodiversità straordinaria che caratterizza il Belpaese il primo passo importante è prevedere più aree protette e zone di tutela integrale per un’efficace tutela dell’avifauna entro il 2030. Per l’associazione l’obiettivo generale a cui guardare deve essere quello di promuovere al meglio gli ambienti in grado di ospitare l’avifauna migratoria e migliorare la qualità e la gestione delle aree di interesse per queste specie, anche come possibile risposta alla richiesta dell’Agenda mondiale 2030 di salvaguardare e migliorare lo stato di conservazione di specie e habitat.
È proprio su questo tema che la nuova Strategia europea sulla Biodiversità richiede agli Stati membri, tra le altre cose, di mettere in campo misure per migliorare significativamente lo stato di conservazione delle specie protette dalla Direttiva Uccelli (Direttiva 147/2009/CE dell’Unione Europea) e dei loro habitat. Molti gli elementi, da questo punto di vista, di cui tenere conto.
Caccia e uccisioni illegali, ma anche utilizzo di agrofarmaci, inquinamento di acque superficiali o freatiche e, ancora, bonifica e conversione di zone umide e habitat agricoli in altre tipologie, l’impatto delle linee elettriche e delle infrastrutture in generale: sono solo alcuni dei fattori di minaccia e pressione sull’avifauna in Italia, dove molti territori ricadono nelle rotte migratorie di numerose specie di uccelli che necessitano di maggiore tutela e attenzione, sentinelle degli effetti del cambiamento climatico cui si rivelano estremamente vulnerabili, come ha ricordato il “Quarto Rapporto sullo Stato del Capitale Naturale in Italia” presentato ad aprile dal Comitato Capitale Naturale. Temi su cui Legambiente ritorna nel suo report “Avifauna a rischio”.
“Il maggior numero di specie con trend negativo – dichiara Stefano Raimondi, coordinatore dell’ufficio Aree Protette e Biodiversità di Legambiente – vive nelle zone umide e negli ambienti agricoli e, tra le specie che registrano i maggiori decrementi demografici, si segnalano la Starna Perdix perdix, la Nitticora Nycticorax nycticorax, la Sgarza ciuffetto Ardeola ralloides, il Lanario Falco biramicus, il Migliarino di palude Emberiza shoeniclus e soprattutto il Fratino Charadrius alexandrinus, specie oggetto di particolare attenzione da parte di molti circoli litorali di Legambiente che, come nel caso di quello di Barletta, hanno messo in campo iniziative per la sua tutela e salvaguardia, incrementando numericamente le aree da sottoporre a delimitazione (è stata avanzata la richiesta di delimitare aree di rispetto a più tratti di spiagge, arrivando solo lo scorso anno ad un totale di circa 18000 mq). Da qui un impegno trasversale, anche nella prossima edizione della campagna Spiagge e Fondali Puliti, per monitorare durante le pulizie manuali le tracce di presenza di questa specie altamente indicativa dello stato di salute dei litorali del nostro Paese”.
Nei confronti delle specie migratrici occorre contribuire agli sforzi per la loro conservazione in una logica di “rotta migratoria”, concetto alla base della stessa Convenzione sulla conservazione delle specie migratrici dell’ONU e emettendo in campo azioni coordinate, in considerazione del fatto che per alcune specie le popolazioni insistono su più Paesi, presentano rotte migratorie a lungo raggio ed essendo anche più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico.
“Il rafforzamento delle attività di tutela delle specie e degli habitat a rischio ha finora raggiunto risultati positivi in Italia, ma per contribuire in maniera più incisiva alla realizzazione degli obiettivi UE 2020-2030 è necessario aggiornare la Strategia Nazionale per la Biodiversità – spiega Stefano Raimondi – Un percorso che sia il più possibile condiviso, adeguatamente finanziato, cogliendo l’opportunità del PNRR, e aperto al confronto tra istituzioni e parti interessate, prevedendo l’integrazione con strategie nazionali e comunitarie quali Farm to Fork, Strategia Forestale Nazionale e Piano nazionale integrato energia e clima. Il nostro report – osserva ancora Raimondi – vuole porre la giusta attenzione sull’avifauna che per caratteristiche di contattabilità, diffusione e visibilità ci restituisce informazioni molto utili per definire lo stato di conservazione degli ecosistemi. La promozione degli ambienti che ospitano l’avifauna migratoria risponde peraltro alla Nuova Strategia UE sulla Biodiversità che chiede agli Stati membri di attivarsi per migliorare lo stato delle specie protette dalle Direttive Habitat e Uccelli e fermare la perdita di capitale naturale in tutto il continente“.
Le proposte di Legambiente per tutelare la biodiversità
Per assicurare una maggiore tutela della biodiversità e, nello specifico, dell’avifauna presente in Italia, Legambiente propone: più aree protette e zone di tutela integrale per un’efficace tutela dell’avifauna entro il 2030, preservando efficacemente il 30% del territorio e del mare e gestendo in maniera rigida (attraverso Zone di tutela integrale) almeno il 10% delle aree protette; di migliorare la gestione della biodiversità e il capitale naturale e rafforzare la rete Natura 2000; di rafforzare la conoscenza della biodiversità e il monitoraggio dell’avifauna a rischio; di definire i Piani di tutela per le specie faunistiche a rischio a scala di sistema e per ogni area protetta, definendo in particolar modo Piani d’Azione per l’avifauna dei sistemi ambientali (Alpi, Appennini, Pianura Padana, Costa) e per ogni area protetta un Piano d’azione locale per le specie avifaunistiche a rischio; di redigere Piani di adattamento e mitigazione al cambiamento climatico efficaci per la tutela dell’avifauna a rischio; di attuare la Strategia marina per rafforzare la tutela della avifauna; di creare una rete nazionale dei boschi vetusti e aree rifugio per l’avifauna a rischio; di proteggere gli ecosistemi e migliorare i servizi ecosistemici offerti dal capitale naturale entro il 2030; di combattere le specie aliene invasive e procedere all’eradicazione di specie dannose per la biodiversità e l’avifauna; di sostenere l’economia della natura e finanziare la biodiversità e il capitale naturale.
Le iniziative nell’Isola
In Sicilia, domenica 9 maggio Legambiente Melilli organizza una Passeggiata alla Riserva Saline di Priolo, con avvistamenti faunistici e scatto di fotografie. Ancora a Ganzirri, sabato 8 maggio Legambiente Messina organizza una passeggiata con birdwatching lungo il lago: si osserverà l’avifauna e verrà rilanciata anche la contestazione al progetto “Balconi sui Laghi” in corso di realizzazione e ritenuto discutibile proprio per la tutela dell’avifauna migratoria e stanziale.