Il pool che indaga sulla presunta rete affaristica che sarebbe stata allestita attorno a Girgenti Acque, il gestore idrico dell’Agrigentino, sta esaminando l’affidamento dei lavori per il rifacimento della rete idrica di Agrigento.
Opere da 31 milioni e mezzo di euro, proprio alla Girgenti Acque. Dieci anni fa i sindaci dell’Ato (Ambito territorio ottimale) assegnarono l’opera direttamente alla società senza neppure una gara di appalto.
I pm Salvatore Vella, Paola Vetro e Alessandra Russo, coordinati dal procuratore Luigi Patronaggio, stanno esaminando la convenzione, firmata nel 2008 dall’allora presidente della Provincia, Vincenzo Fontana, che è indagato insieme ad altre 73 persone fra politici a tutti i livelli, vertici di Girgenti Acque e professionisti.
Nei giorni scorsi, il sindaco di Agrigento, Lillo Firetto, e l’assessore comunale competente, Nello Hamel, avevano reso noto che l’Ati aveva concluso l’iter del progetto di rifacimento della rete idrica e che si attendeva soltanto il decreto della Regione.
Gli amministratori presumevano che i cantieri si sarebbero potuti aprire entro tre mesi. Questa è la seconda tegola che si abbatte sul gestore i cui vertici, questo mese, a Sciacca devono rispondere di truffa aggravata davanti al tribunale saccense.
Il procuratore Roberta Buzzolani e il sostituto Carlo Boranga, infatti, hanno firmato un atto di citazione diretta, il processo inizierà il 13 giugno.