Stato di agitazione dei lavoratori di Glovo. La decisione è stata presa oggi nel corso di un’assemblea in piazza Politeama, a Palermo.
“Per i lavoratori di Glovo la situazione è diventata insostenibile – dichiara il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso – Da un lato, la perdita di guadagni di circa il 20% a partire da quando è stato sottoscritto l’accordo che abbiamo contestato tra Ugl e Assoldelivery. Questo ha comportato per Palermo compensi tra i più bassi d’Italia, che spesso sono inferiori ai 2 euro, penalizzando i lavoratori che, col caldo torrido, stanno nel traffico e girano in moto a loro spese. Dall’altro lato, il fatto che, nell’ultimo mese in particolare, si stanno verificando moltissimi problemi legati all’applicazione. L’app chiede il riconoscimento facciale, procedura da poco introdotta, che comporta per i rider ogni giorno l’identificazione con un selfie. Spesso capita, per banali errori di sistema o per problemi legati all’aspetto diverso di un lavoratore rispetto alla foto del documento personale, che l’identità del corriere non venga riconosciuta. I rider vengono bloccati anche per due settimane. Lo riteniamo discriminatorio. Il riconoscimento facciale con l’app si blocca anche davanti a modifiche minime come il taglio di capelli o una barba accorciata o più lunga. Di frequente, per questo motivo, vengono rilevati errori nel punteggio e molti corrieri si sono visti scalare il punteggio d’eccellenza. Col punteggio inferiore, si ha difficoltà a trovare slot orari buoni e quindi si guadagna di meno”.
Per la prima volta, Glovo, l’11 giugno scorso, ha dato la sua disponibilità a un incontro col sindacato. “Se da un lato l’azienda si è mostrata disponibile ad ascoltare le nostre richieste, tra cui quella di una sede fisica dell’azienda a Palermo e della consegna dei dispositivi di protezione ai Rider, fino ad oggi non è arrivata nessuna risposta ai problemi evidenziati. La situazione è diventata insostenibile”.
“Come Nidil Cgil Palermo – prosegue Gattuso – continuiamo a chiedere che anche Glovo si allinei a quelle che sono le sentenze dei Tribunali, a partire da quello di Palermo alle indagini condotte dalla Procura di Milano, e che cambi modello di business inquadrando i propri corrieri per quello che realmente sono: lavoratori subordinati”.
“Non possiamo più sopportare che i lavoratori vengano trattati come numeri, il cui unico confronto con l’azienda è una bot chat – conclude il segretario Nidil – Non ci rassegniamo alla disumanizzazione del rapporto di lavoro e all’asservimento alla logica dell’algoritmo. Le persone che lavorano sono persone in carne ossa, le loro esigenze e i bisogni allo stato sono completamente trascurati”.