Tra il toto-assessori e il rimpasto, che al momento il Presidente Musumeci tiene in stand by, a quanto pare esiste un problema e ha un nome e cognome: Manlio Messina. Il papabile uomo in giunta, voluto fortemente da Giorgia Meloni e dal suo partito Fratelli d’Italia, dovrebbe prendere il posto dell’ex assessore al Turismo della Giunta Musumeci, Sandro Pappalardo.
Il 5 giugno scorso l’esponente di Fratelli d’Italia della Sicilia orientale ha depositato sulla scrivania del Presidente la lettera di dimissioni, a seguito della sua nomina all’Enit, Ente nazionale per il Turismo. Una sostituzione di poltrona facile, a prima vista, in quanto il partito “assegnatario” di quell’assessorato dovrebbe essere sempre Fratelli d’Italia. Nomina, però, che stenta ad arrivare. E anche se il gruppo dirigente palermitano della Meloni sembra mettere la mano sul fuoco sul fatto che a giorni arriverà la nomina di Manlio Messina, in realtà ci sarebbe più che un mugugno da ambienti governativi della Sicilia orientale, ‘anafettivi’, se non apertamente gelidi, nei confronti del catanese Manlio Messina.
Una serie di dubbi, sotto l’Etna, tanto che il nome indicato da Fratelli d’Italia parrebbe non entusiasmare nemmeno il governatore Nello Musumeci. Poca fiducia nei confronti di Messina? Valutazioni personali negative? Domande che potrebbero essere smentite o accolte da governatore, in base al suo modo di muovere la scacchiera dell’assessorato al Turismo.
Nel frattempo, da qualche giorno, nei corridoi del palazzo, come papabile assessore al posto di Pappalardo prenderebbe quota il nome di Giampiero Cannella, anche lui è di Fratelli d’Italia.
Cannella, giornalista, è stato deputato nazionale di AN e anche assessore e vicesindaco di Palermo con il centrodestra.
Tra i primissimi in Sicilia ad aderire a Fratelli d’Italia, se saltasse l’operazione Messina, il suo nome potrebbe mettere tutti d’accordo: potrebbe essere lui, infatti, l’uomo ben voluto dall’entourage di Musumeci, ma anche da settori del partito della Meloni e in grado di far superare l’impasse di questi giorni.