Riduzione dei mezzi impiegati nel periodo invernale con conseguente peggioramento degli itinerari invernali. Ecco la preoccupazione principale espressa in una lettera indirizzata al presidente del consiglio Mario Draghi, ai ministeri degli Interni, dei Trasporti e per il Sud e al presidente della Regione Nello Musumeci e all’assessore ai Trasporti Marco Falcone. Una lettera firmata dai tre sindaci di Favignana, Francesco Forgione, Leni, Giacomo Montecristo, e Santa Marina Salina, Domenico Arabia.
Una paura che nasce dalla rimodulazione degli assetti marittimi a partire dal primo gennaio in base alla convenzione per i collegamenti navali e quelli collegamenti veloci d’interesse statale. I tre sindaci sottolineano come “la riduzione dei mezzi e la conseguente rimodulazione degli orari rappresentino un forte disagio per gli utenti e in particolare per pendolari, studenti, lavoratori, oltre che per il trasporto delle merci e degli autoveicoli, mettendo a rischio anche la regolarità dei rifornimenti di prodotti di prima necessità”.
Nella lettera viene spiegato come “modificare l’impianto attuale dei collegamenti marittimi d’interesse statale, dopo la gara riguardante l’affidamento dei servizi integrativi d’interesse regionale, andata deserta, e senza un maggior approfondimento specifico con le amministrazioni locali interessate, che sempre meno vengono coinvolte sia dallo Stato che dalla Regione nelle decisioni che riguardano i propri residenti, rischi di compromettere ulteriormente le già precarie condizioni sociali ed economiche e favorire il fenomeno di abbandono di questi territori insulari da parte della popolazione e in particolare da parte dei giovani”.
Ecco perché, dunque, in base a queste istanze sollevate dai primi cittadini, alla fine della lettera viene chiesto alla Regione “di sospendere l’applicazione dei nuovi itinerari orari e all’assessore Falcone un incontro urgente di presenza per poter affrontare congiuntamente tale importante problema, atteso che queste Comunità Isolane non possono subire ulteriori tagli che aggraverebbero i disagi al già precario equilibrio sociale di queste popolazioni”.