Ferrandelli in difficoltà, pronto a lasciare, o assolutamente motivato ad andare avanti, dopo aver fatto chiarezza sulla vicenda elettorale del 2012? Dopo la notizia dell’avviso a comparire per voto di scambio politico-mafioso a Fabrizio Ferrandelli, si accelera ancora di più sulla definizione che riguarda l’assetto dei candidati a sindaco di Palermo. Il nodo da sciogliere terrà conto anche dell’evoluzione dell’inchiesta in corso. Il pressing su Ferrandelli dall’esterno non accenna a diminuire. Secondo alcune indiscrezioni, nel centro destra Gianfranco Miccichè avrebbe ripreso l’interlocuzione con l’ex parlamentare regionale del Pd. In particolare ponendo il discorso in termini di contrapposizione netta tra politica e antipolitica. Il leader di Forza Italia, in sostanza, supportato dall’area di centro vicina a Totò Cuffaro e Saverio Romano, vorrebbe superare la questione dei simboli posta da Ferrandelli invitandolo a rivolgere un appello alle forze che recentemente ha definito «della buona politica» contro quella che lui in passato ha etichettato come: «la cattiva politica di Orlando e l’antipolitica dei grillini».
Se la confluenza verso il candidato de I Coraggiosi venisse confermata, verrebbe meno a quel punto la candidatura di Francesco Greco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo. Ferrandelli dal canto suo vuole però mantenere l’anima laica del suo progetto per Palermo. Non vuole cioè che un’apertura ai simboli vada contro chi in questi anni ha fatto un percorso fuori dai partiti. In ultima analisi il lato”civico” della vicenda rimane fuori discussione. Le tattiche e le strategie sono destinate ad aumentare nelle prossime settimane, ma la caccia ai voti e alle aggregazioni nella corsa alle elezioni amministrative di primavera, passa dalla ricerca del consenso sul campo. Un “porta a porta” da cui non si prescinde nella più difficile delle tornate elettorali. L’assetto più chiaro al momento, a Pd acquisito e senza strappi, rimane quello di Orlando che replicherebbe lo schema di centro sinistra che supporta il governo Crocetta e quello nazionale.
Orlando nel 2012 fece fermare il contatore dei voti al ballottaggio contro Ferrandelli a 158.010 voti, pari al 72,4 per cento, sotto le sigle di Italia dei Valori, poi evaporata, nell’arco di poco tempo, e di Sinistra e gli ecologisti per Palermo. Furono 30 i seggi assegnati. Ferrandelli in quell’occasione si fermò al 27 per cento (63,1%). Al primo turno i suoi voti erano stati 38.498 su 356.412 votanti dei 563.624 elettori. Il 27 per cento dei consensi fu messo insieme, anche dai candidati Marianna Caronia (Amo Palermo, Cantiere popolare- Udeur-Noi Sud 7,19%) Massimo Costa (FI 12,6%) e Alessandro Aricò che coagulò i voti del partito di Raffaele Lombardo attorno al progetto della destra di Futuro e libertà (8,71%) Rimase fuori dalla rappresentanza in consiglio il Movimento 5 stelle che però con Riccardo Nuti aveva ottenuto il 4,9 per cento al primo turno. Fu in quell’occasione che maturò lo scandalo delle firme false, di cui ancora il movimento di Grillo si lecca le ferite. In attesa di conoscere il candidato che uscirà stasera dalla consultazione in rete (Forello o Gelarda) il quadro comincia a prendere forma. Meno statico di prima e più incline al divenire della politica.