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La situazione

I Comuni costieri siciliani e la sfida dei Pudm: una corsa a ostacoli tra burocrazia e risorse 

mercoledì 21 Maggio 2025

La stagione estiva è ormai dietro l’angolo, ma quella dei balneari, in realtà, non si è mai conclusa. Ormai da mesi il tema delle concessioni tiene banco con il tiro alla fune tra Roma e Bruxelles, che per mesi ha lasciato nell’incertezza l’intero settore. Confusioni e incomprensioni che in Sicilia si sono amplificate a causa di diversi fattori accumulati. Primo tra tutti quello relativo ai Piani di utilizzo di demanio marittimo.

Ancora oggi, i Pudm rappresentano per i Comuni dell’Isola un vero e proprio tallone d’Achille. Dalle lunghe e complesse procedure burocratiche alla mancanza di tecnici. Tra allarmi e segnali di ottimismo, però una cosa è certa. Osservando i dati qualcosa inizia a muoversi. E proprio su questa linea si sono mossi gli interventi messi in atto dall’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente in favore dei 123 Comuni costieri siciliani. Dall’insediamento dell’assessore Giusi Savarino, infatti, sono stati 52 i Piani adottati. All’apparenza pochi, ma comunque un segnale incoraggiante considerando che appena pochissimi mesi fa, il numero dei Pudm presentati era fermo a uno. Conti non proprio soddisfacenti.

Non tutti, però, sono pienamente soddisfatti della situazione attuale. L’Associazione turistica balneare siciliana nei giorni scorsi ha presentato un ricorso contro la Regione Siciliana, per opporsi alla norma che semplifica le procedure di approvazione dei Piani di utilizzo del demanio marittimo. La decisione era stata presa lo scorso 15 marzo, nel corso l’assemblea dei soci e riguarda il decreto dello scorso gennaio (CLICCA QUI). Il presidente dell’Associazione, Antonio Firullo ha evidenziato delle perplessità e alcuni aspetti da correggere, chiedendo maggiore coinvolgimento. “Molti Comuni in Sicilia si lamentano di non avere personale e risorse. Non c’è stata una programmazione, i Comuni non conoscono la materia, non sanno nemmeno dove mettere mano. A rimetterci siamo noi, gli utenti“. Tra i punti contestati vi è anche l’abrogazione dell’articolo 4 della legge regionale n.32 del dicembre 2020 che semplificava le procedure amministrative sul Pudm togliendo i poteri ai direttori delle strutture territoriali dell’ambiente.

Le difficoltà, è vero, persistono, ma degli importanti passi in avanti, come sottolinea Anci Sicilia, sono stati compiuti in quest’ultimo periodo. “Lo sforzo dell’assessorato è significativo rispetto al passato – ha dichiarato il segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani Mario Emanuele Alvanoanche grazie all’iniziativa che è servita a rivedere un po’ il quadro normativo e capire le difficoltà. Ci si sta spingendo verso una direzione per provare ad attuare questi strumenti, che sono fondamentali dal punto di vista dello sviluppo. All’interno dei Comuni si richiede una struttura professionale che non sempre è presenti“.

Non a caso negli ultimi mesi si sono svolti degli incontri con i territori per tracciare delle linee guida per individuare la procedura per la pubblicazione dei bandi per la concessione di nuovi beni demaniali marittimi destinati ad attività turistico-ricreative e sportive, gli interventi ammissibili e le indicazioni per la valutazione delle domande. L’ultimo lo scorso 7 maggio, promosso dall’Anci, con gli amministratori dei Comuni costieri, con l’obiettivo di favorire un confronto costruttivo tra le istituzioni in un momento particolare di transizione per la pianificazione del demanio marittimo e le nuove concessioni balneari. Tanti i temi tra sviluppo, occupazione, ecosostenibilità, trasparenza e semplificazione dell’iter burocratico, accompagnato da diverse iniziative.

La strada è ancora lunga, ma l’attenzione dell’assessorato al Territorio e all’Ambiente è rivolta al rovente tema, con avvisi e bandi ad hoc per tendere la mano ai territori dell’Isola maggiormente in difficoltà. 

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