I dipendenti siciliani sono quelli che si ammalano di meno rispetto a tutti i loro colleghi delle altre regioni italiane, sia nel settore pubblico che in quello privato. È questo il dato che emerge dall’analisi effettuata dall’Ufficio studi della Cgia di Mestre sui dati dell’Inps. Un’evidenza inequivocabile che sconfessa tutti gli stereotipi e le maldicenze che da sempre bollano i lavoratori meridionali ed in particolare il personale della pubblica amministrazione.
Nell’arco temporale preso in esame, che va dal 2012 al 2015, l’aumento in Sicilia degli eventi di malattia nel pubblico è stato del 3%. Siamo la regione con il tasso di crescita più contenuto. Una percentuale davvero bassa se si considera che la regione con la migliore performance dopo la Sicilia è il Lazio con un +9.7%. Si tratta di ben poca cosa rispetto al + 20.3% dell’Umbria, mentre nell’efficientissima Lombardia l’incremento è del 10.3%. Numeri che fanno venire voglia di togliersi qualche sassolino dalla scarpa: che ne pensa il governatore Luca Zaia che non smette di intervenire a sproposito sulle vicende siciliane, del +13% rilevato nel suo Veneto?
Per quanto riguarda il mondo delle imprese le cose in Sicilia vanno, addirittura, oltre le più rosee aspettative. Gli eventi di malattia nel settore privato non solo non sono aumentati, ma addirittura sono diminuiti sensibilmente. Anche qui l’Isola si conferma la regione più virtuosa con un -6,7%, seguita dalla Calabria con -6.2%. Stavolta il distacco con le altre regioni virtuose è minore. Resta, invece, notevole quello con alcune regioni del nord, considerate nell’immaginario collettivo modello di operosità e dedizione al lavoro, come la Lombardia (+0,8) e il Veneto (+2%), tanto per utilizzare lo stesso termine di paragone.
Attenzione questo non vuol dire che in Sicilia la situazione sia tutta rose e fiori, che gli standard di efficienza delle pubbliche amministrazioni siano paragonabili a quelli del Nord e che la produttività delle imprese siciliane sia al top. Conosciamo bene i limiti della realtà siciliana e del Mezzogiorno, ma siamo davvero stanchi di essere rappresentati come il popolo degli scansafatiche. Un marchio che non riusciamo a scrollarci di dosso. Basta, infatti, che si verifichino fenomeni di assenteismo o di falsi invalidi al Sud, solo per citare i casi più gettonati, che i telegiornali o le trasmissioni televisive di approfondimento non ne parlino in termini fatalistici. Come se al Nord queste cose non accadessero.
Spesso si parla della Sicilia e del Sud solo in negativo. Non è così? Scommettiamo che nessun telegiornale o testata giornalistica nazionale darà la notizia che vi ho appena raccontato?