Eccoli, pronti alla piazza di oggi i giovani di Sicilia. Molti di loro, over 35 in particolare, pensano già di avere “un futuro alle spalle”. La maggior parte tra i 20 e i 30 si dividono in coloro che hanno le idee chiare tra due fasi della vita: completare un percorso di studi e fare le valigie e chi le valigie le porta con sè, prima di subito, per andare fuori a completare gli studi.
In mezzo rischia di rimanere”desertificata” la regione della speranza.
Papa Francesco oggi troverà questi giovani di Sicilia, alle prese con il sorriso dei vent’anni e con l’impegnativo obiettivo di non farlo spegnere troppo presto su un viso sempre abituato a porsi più di mille interrogativi.
Secondo dati Istat, la crescita degli investimenti e il piccolo rialzo dei consumi non riesce a far risvegliare per bene l’economia siciliana, che rimane ancorata alla crisi decennale. Infatti, quei posti di lavoro creati negli ultimi tre anni sono effettivamente precari e offrono un basso salario, causando un dato veramente negativo: ben 200 mila famiglie vivono in povertà assoluta, con un totale di 600 mila persone che contribuiscono all’aumento della disuguaglianza sociale, creando un vero e proprio divario economico tra gli stessi isolani.
I posti di lavoro e il tasso occupazionale sono aumentati rispetto ai due anni precedenti: infatti, gli occupati sono stimati a 1 milione 363 mila, in aumento di 12 mila unità. Una cosa che spicca, in tale contesto, è che si rileva una vera e propria senilizzazione del mercato del lavoro: l’età media dei lavoratori è passata dai 40 anni (nel 2007) ai 44 anni (nel 2016).
In un tempo segnato dall’incertezza, dalla precarietà, dall’insicurezza, Francesco spesso cerca l’abbraccio con i giovani, con i quali dialoga sa volte anche improvvisando, o riuscendo a farlo apparire tale.
Come l’altro grande comunicatore della chiesa dell’ultimo secolo, Giovanni Paolo II, anche Bergoglio predilige i giovani, una plaatea a cui non è abituato a fare sconti, rivolgendosi a volte con dura, ma apprezzata concretezza.
Papa Francesco che non ha mai fatto mistero di volere partire da basi semplici nei suoi ragionamenti di maggiore impatto ha più volte toccato bersagli specifici: “Sentite forte dentro di voi la responsabilità di gettare il seme buono del Vangelo nella vita del mondo, attraverso il servizio della carità, l’impegno politico. Mettetevi in politica, ma per favore nella grande politica, nella Politica con la maiuscola”. (30 aprile 2017, discorso all’Azione Cattolica Italiana).
Oggi i disillusi giovani di Sicilia, incamminati ancora sulla strada della speranza possibile, hanno diritto a una realtà potenziale meno edulcorata possibile, una prospettiva matura, fatta anche di rinunce, nella certezza però che almeno il loro Papa rimanga nel tempo un solido riferimento.