Nell’anniversario della morte del magistrato Giangiacomo Ciaccio Montalto la Commissione parlamentare antimafia concluderà le audizioni a testimonianza di tre Gran Maestri di logge massoniche. L’analogia è immediata. Oggi sarà il turno di Antonio Binni, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli Antichi Liberi Accettati Muratori e c’erano proprio legami tra mafia, massoneria e traffico di armi nelle inchieste che portarono all’uccisione del sostituto procuratore di Trapani. Link dipanati che nel frattempo hanno aperto nuove piste investigative. Era il 1983 ma oggi gli scenari non si discostano. Il magistrato indagava sulle famiglie trapanesi che conducevano sino alle coste tunisine e ai confini sloveni ma una delle motivazioni che portò all’uccisione di Ciaccio Montalto fu preventiva: il Ministero aveva ormai deciso il trasferimento alla Procura di Firenze e lì avrebbe minacciato gli interessi della famiglia di Totò Riina.
Recentemente a Trapani si è respirata un’aria simile. La Procura sta indagando da tempo sui legami tra la massoneria, la mafia locale e i contatti che portano sino alla cattura di Messina Denaro. Da poco il procuratore capo Marcello Viola si è trasferito alla Procura generale di Firenze e poco prima di partire un discusso collaboratore di giustizia, Giuseppe Tuzzolino, parlò di un “piano di morte” per lui e Teresa Principato, procuratore aggiunto della Dda di Palermo. Le inchieste stanno scandagliando territorio e conti correnti e tra le principali coperture sono emerse le logge massoniche. L’argomento è stato al centro dell’audizione dinanzi la Commissione Parlamentare Antimafia ne ha parlato Teresa Principato e adesso i parlamentari stanno ascoltando i Gran Maestri. A più riprese è stato ascoltato Stefano Bisi del Grande Oriente d’Italia che ha detto a più riprese di “non voler consegnare gli elenchi dei fratelli massoni” e ieri è stato il turno di Fabio Venzi, Gran Maestro della Gran Loggia Regolare d’Italia e Massimo Criscuoli Tortora, Gran Maestro della Serenissima Gran Loggia d’Italia – Ordine Generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori.
La Gran Loggia Regolare d’Italia è disponibile a consegnare gli elenchi degli iscritti alla Commissione Parlamentare Antimafia. Sono 2400 in tutta Italia e sono poco più di 300 gli iscritti in Sicilia. All’Ordine generale degli Antichi Liberi Accettati Muratori, appartengono 197 persone, “preferiamo puntare sulla qualità”, ha detto Massimo Criscuoli Tortora. Nel centro sud sono più presenti logge irregolari, in particolare in Calabria e Sicilia. Secondo il Gran Maestro sarebbe utile creare un albo in cui sono riportate tutte quelle logge che hanno le caratteristiche per essere tali. “Se non fossimo divisi potremmo creare questo albo che sarebbe una cautela e un indirizzo per chi volesse proseguire nel lavoro massonico”, ha spiegato. “Non esiste un coordinamento delle logge italiane a livello nazionale ma solo internazionale, purtroppo. Servirebbe un dialogo e un libro rosso con tutti i nomi di coloro che sono stati espulsi dalle varie logge”, ha concluso.
La questione è delicata e in questi mesi ha spaccato anche piccoli pezzi dell’antimafia. Indagini concluse hanno evidenziato il ruolo di pezzi della massoneria nella latitanza di Messina Denaro e in alcuni casi gli investigatori hanno curiosato nei salotti bene di Trapani e Palermo: notai, avvocati, consulenti e commercialisti insospettabili. In molti si sono interrogati sul ruolo odierno della massoneria e a Campobello di Mazara il Grande Oriente d’Italia è finito con il donare 40 tende ad un campo destinato ai migranti lavoratori stagionali chiamato Ciao Ousmane (che prende il nome da un ragazzo morto mentre tentava di accendere un fornellino da campo). Ieri la presidente della Commissione parlamentare antimafia Rosy Bindi ha voluto esprimere l’inchiesta in politica. “Riteniamo ci sia bisogno di una legge“ che regoli l’appartenenza di dipendenti pubblici alla massoneria, e come Commissione “ci faremo parte attiva in questo senso poiché chi si iscrive dichiara di obbedire alle regole della propria obbedienza massonica e a quella dello stato, e chi svolge funzioni pubbliche deve svolgere una funzione a servizio di tutti i cittadini, se l’appartenenza massonica diventa prevalente ciò può essere in qualche modo deviante”. “Noi non ci muoviamo assolutamente con l’intento di demonizzare nessuno, le Massonerie hanno fatto parte della storia di questo paese, hanno legittimità di presenza e organizzazione. La nostra inchiesta si muove sui rapporti tra le mafie e le logge che inchieste giudiziarie hanno purtroppo portato alla luce”, ha concluso Bindi. Infine una chicca per i più curiosi: “per iscriversi alla Gran Loggia Regolare d’Italia – ha reso noto Venzi – bisogna spendere circa 360 euro l’anno; tra i possedimenti della Gran Loggia ci sono circa 150 mila euro di testi massonici nella biblioteca. Ci sono logge sia nel trapanese che a Castelvetrano. Tra gli iscritti, ci sono anche militari ma non parlamentari”.