Alla fine è il fuori onda che rovina tutto. A differenza del gossip del giorno, la rottura del rapporto tra Giorgia Meloni e Andrea Giambruno, a cui non ha fatto bene Striscia la notizia e quanto è venuto fuori, nella novella secca del Pd che si converte e parla senza veli di quanto è bello il Ponte di Messina, il fuori onda che non c’è, l’assenza che sarebbe servita e avrebbe tolto le castagne dal fuoco, facendo gridare al complotto e rendendo umana la politica che a volte balbetta, è il “deus ex machina” che non si è potuto trovare.
Riavvolgiamo il nastro. In occasione dell’assemblea di Confcooperative della Sicilia il presidente della commissione regionale Antimafia Antonello Cracolici si è espresso con la chiarezza che non gli è mai mancata, su uno dei totem storici del Pd: “Ribadisco il mio non essere contro il Ponte sullo Stretto di Messina per partito preso. Non lo sono e non lo sono mai stato. Ho sempre manifestato questa mia opinione in tutte le sedi, dentro e fuori il mio partito”.
Cracolici oggi si è poi sorpreso di chi si è sorpreso, ridendo sotto i baffi per aver messo in difficoltà un pò tutti e lanciando in maniera subliminale, ma solo fino a un certo punto, la sua volata per le Europee di giugno.
A Messina non amano troppa “revolution” tutta insieme e in una nota c’è chi lo ha precisato e ha scandagliato le differenze sull’argomento: “Le dichiarazioni dell’onorevole Antonello Cracolici, favorevole alla costruzione del Ponte sullo Stretto, sono una sua legittima opinione che tale rimane a titolo personale. Le sue parole di sicuro non rispecchiano la posizione di assoluta e ferma contrarietà alla costruzione della mega opera assunta dal Partito nazionale e a livello regionale e locale”.
E il fuori onda? Ora ci arriviamo.
Antonio Rubino, uno che non ama parafrasarsi l’esistenza, ha voluto metterci un carico senza pensarci troppo su: “il siparietto di queste ore all’interno del Pd siciliano attorno al tema del Ponte sullo stretto di Messina dimostrano, ancora una volta, la totale inesistenza politica del partito siciliano. E’ mortificante apprendere dai giornali “le linee” che il Pd in Sicilia ha su un tema di tale portata ed è ancora più mortificante assistere allo sciacallaggio che la Lega di Salvini sta mettendo in atto attorno alle nostre contraddizioni” – aggiungendo– “Siamo sempre più convinti che l’apertura di una nuova stagione politica in Sicilia accompagnata da un nuovo gruppo dirigente non sia più rinviabile e che la segretaria, Elly Schlein, farebbe bene ad occuparsene per evitare imbarazzi come quello di queste ore amplificato dalle dichiarazioni di “traduttori” del suo pensiero che forse farebbero meglio a tacere. E’ stato posto un tema sul quale, peraltro, siamo abbondantemente in ritardo”.
Qualcuno salvi il soldato Anthony?
Diciamo che non sono questi i toni. Eppure Antonello Cracolici, che alcuni vedono potenziale candidato del centrosinistra a Palazzo d’Orléans nel 2027, possibilmente di ritorno da Strasburgo dopo un seggio centrato e due anni di Europa, ha il vantaggio di non dovere dare carte, anche se non è proprio da considerare “un battitore libero” nel Pd. Eppure non è uno di quelli che ama gettare la pietra nello stagno, né parla per caso. Il fuori onda dunque stavolta non c’è stato, anzi è proprio andato in onda e non è, forse come per Meloni e Giambruno, una coincidenza di tempi.
Ancora una volta, alla fine, il contropiede che riesce è sempre quello che parte in velocità, ma da un errore, un rimpallo, una palla persa. La caccia adesso è a chi ha perso la posizione.