Generalmente la Francia non evoca piacevoli ricordi in Vaticano: dalla Cattività avignonese passando per i furori della Rivoluzione del 1789 per arrivare alle vessazioni napoleoniche sul Papa e sul papato la Francia ha avuto un rapporto sempre difficile con la Santa Sede al netto di qualche eccezione come la protezione del potere temporale di Pio IX da parte di Napoleone III. Non va dimenticato che la predilezione per la Francia affossò di fatto la candidatura nel Conclave del 1903 del siciliano Mariano Rampolla del Tindaro sul cui nome calò impietosamente il veto dell’Austria-Ungheria espresso dall’allora Cardinale Arcivescovo di Cracovia Jan Maurycy Paweł Puzyna de Kosielsko.
Nonostante questo passato non semplice nel prossimo Conclave ci sarà un francese con qualche possibilità. Si tratta dell’Arcivescovo di Marsiglia il cardinale Jean-Marc Aveline, Il pacioso porporato francese, che a tanti ricorda la figura di Giovanni XXIII, è nato in Algeria 66 anni fa in una famiglia di pieds noir ma la sua vita è legata a doppio filo alla città di Marsiglia dove è cresciuto, ha studiato e mosso i primi passi dopo l’ordinazione sacerdotale fino a diventarne nel 2013 vescovo ausiliare e successivamente nel 2019 vescovo metropolita della città portuale del sud della Francia.
L’apertura mediterranea di Marsiglia, la dimestichezza con il fenomeno delle migrazioni unite alla solida formazione teologica di Aveline potrebbero mettere in luce nel prossimo Conclave la figura del Cardinale francese come la più adatta per un compromesso tra la vecchia Europa e il resto del mondo.
Resta però nell’aria una certa diffidenza per i francesi unita al fatto che il cardinale Aveline non parli italiano, che nella corsa al Soglio pontificio è considerata una grave mancanza.
Di certo l’elezioni di Aveline sarebbe una vera novità, considerato che non ci sono papi francesi dal 1378 e cioè da quando Gregorio XI riportò la sede papale da Avignore a Roma, imbarcandosi alla volta della Città Eterna proprio dal porto di Marsiglia, la città francese che oggi vorrebbe far dimenticare Avignone.