Nato nella notte del 29 novembre dopo un parto lungo in grado di mettere insieme tutte le esigenze delle forze politiche che lo compongono, il primo governo Musumeci, uscito dalle urne il 6 novembre scorso, è partito lentamente e deve ancora mostrare oltre alle linee di programma, già ampiamente illustrate, i percorsi delle soluzioni che i siciliani attendono con grandi aspettative.
Dopo il voto delle Politiche, come già ampiamente detto, verrà chiesto un nuovo mese di esercizio provvisorio per definire la legge di stabilità regionale.
L’esordio dell’esecutivo siciliano è stato messo subito alla prova dalle dimissioni del centrista Vincenzo Figuccia, gesto che ha dato una scossa significativa, attutita dall’esperienza di Musumeci e parata per come era possibile. Il successore di Figuccia, individuato in , non è ancora insediato.
La nomina dei nuovi dirigenti generali ha visto Musumeci impegnato a demarcare, per come è possibile, una linea di discontinuità dall’esperienza di Crocetta.
Come si disse sin dall’indomani del voto, la dinamica di accelerazione dei fondi europei, dove sarà nominato un direttore esterno, sarà la prima cartina di tornasole del baricentro che Musumeci vorrà portare avanti.
Inoltre, la prima finanziaria di Gaetano Armao dovrà mettere insieme una serie di rivendicazioni complessive della maggioranza, che nelle poche occasioni in cui è stato possibile verificare, ha scricchiolato, in modo da superare senza strappi la prima, impegnativa, striscia dell’anno.
Il giudizio dunque rimane sospeso in attesa di vedere quali soluzioni, ad esempio nei rifiuti, dopo i poteri ricevuti da Roma, Musumeci, potrà mettere a punto.
La buona volontà e l’ottimismo della ripartenza da sole non basteranno. Il centrodestra di Musumeci e Miccichè, che attende il consolidamento della posizione con un buon risultato elettorale domenica e magari la nascita di un governo amico da Roma, non potranno essere ancora a lungo le cifre su cui valutare il nuovo esecutivo.
Proprio nel buon rapporto istituzionale intrattenuto in questi mesi da Musumeci, si possono trarre auspici di grande equilibrio complessivo, che serviranno anche per rinegoziare l’accordo Stato-Regione che Armao vuole portare avanti.
Per il resto se ne riparlerà. Tra un po’.