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la dichiarazione

Il 25 aprile a Castelvetrano (TP), ministro Piantedosi: “Festeggiare anche liberazione dalla mafia”

martedì 25 Aprile 2023
Matteo Piantedosi

È arrivato a Castelvetrano, nel Trapanese, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi. L’elicottero della Polizia è atterrato nell’elisuperficie dell’ospedale cittadino e Piantedosi sta raggiungendo ora il Sistema delle piazze. Il rappresentante del governo Meloni parteciperà stamattina alla cerimonia di disvelamento della teca che contiene la ‘Quarto Savona 15‘, i resti dell’auto di scorta saltata in aria nella strage di Capaci del 1992. Con Piantedosi a Castelvetrano è arrivato anche il prefetto Francesco Messina che guida la divisione Anticrimine della Polizia di Stato. Ad accogliere Piantedosi il sindaco di Castelvetrano Enzo Alfano.

“La cerimonia di oggi ha un valore altamente simbolico”. Dichiara il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Proprio nel giorno in cui si celebra la Liberazione dal regime fascista, rivendicare anche la liberazione di un territorio dalla mafia – emblematicamente dopo l’arresto di Matteo Messina Denaro – attinge ai valori più profondi su cui si fondano le democrazie.
Ciò perché – e la nostra Costituzione ne offre un’alta testimonianza – le democrazie si fondano sulle libertà” , ha detto il Ministro, aggiungendo che “Un territorio in mano alla mafia non è libero, i suoi cittadini non sono liberi, perché le loro scelte sono sempre influenzate da forme di condizionamento, sia esso palese o subdolo. In questo senso, festeggiare il 25 aprile qui, al cospetto della Quarto Savona Quindici, insieme ad una comunità che lotta per il proprio affrancamento dalla criminalità organizzata, significa rigenerare l’insindacabile valore della Liberazione, significa sprigionarne il potere evocativo per risvegliare le nostre coscienze e rammentarci che democrazia e libertà non sono assunti da dare per scontati”.

 “Abbiamo bisogno dello Stato, noi siamo con lo Stato. Oggi siamo davanti a questa teca che è simbolo del disprezzo umano e questo deve far prenderci coscienza che quanti hanno favorito e aiutato i mafiosi sono anche loro responsabili di tutto questo”. Lo ha detto il sindaco di Castelvetrano  oggi al Sistema delle piazze per la cerimonia di disvelamento della ‘Quarto Savona 15’ auto di scorta al magistrato Giovanni Falcone il giorno della strage di Capaci.

“In questa piazza ci sono persone che hanno detto platealmente no alla mafia, ancora prima che venisse arrestato il boss Matteo Messina Denaro. La loro testimonianza deve servirci da stimolo affinché ognuno di noi continui a fare la nostra parte”.  In piazza tra i testimoni presenti c’è Giuseppe Cimarosa, figlio del dichiarante Lorenzo e parente del boss Matteo Messina Denaro. Cimarosa ha avuto parole di disprezzo per il mafioso.

cracolici
Antonello Cracolici

 “Lo Stato ha dimostrato che, seppur con mille contraddizioni, alla fine c’è e ha risposto. E questo devono saperlo i tanti che hanno consentito la latitanza di Messina Denaro e che si infiltrassero nella nostra vita. Facciamo riferimento a quella borghesia mafiosa che oggi non fa sonni tranquilli. L’ora arriverà anche per loro”. Lo ha detto Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale antimafia oggi a Castelvetrano. “Dobbiamo rompere il muro dell’indifferenza che ha favorito il dilagare della criminalità mafiosa che si avverte come l’aria che respiriamo – ha detto ancora Cracolici – nei nostri territori noi sappiamo chi appartiene e a chi. E questa capacità di conoscere dobbiamo trasformarla in un moto di ribellione”.

“Lo abbiamo arrestato. Lo Stato c’è e vince sempre”. Lo ha detto Tina Montinaro, vedova dell’agente Antonio morto nella strage di Capaci nel 1992, davanti al ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al Sistema delle piazze di Castelvetrano. “Si vuole fare passare il criminale come romantico e, invece, dovete sapere che è un criminale “- ha aggiunto – Ricordiamo che la lotta alla mafia è iniziata da tanto tempo e molti poliziotti hanno fatto il loro dovere, facendo giuramento ma non come quello che fanno i mafiosi”. Poi l’appello ai giovani: “Voi siete il nostro presente – ha detto Montinaro – i ragazzi devono sapere chi sono stati questi personaggi. Si deve vergognare chi dice che Matteo Messina Denaro era una persona brava: Io e i miei figli siamo felici di avere avuto un marito e un genitore come Antonio”.

edy tamajoE’ necessario il dialogo col territorio, dimenticando il populismo. Oggi non ci sono più alibi, viva la Sicilia che contrasta con ogni mezzo la mafia”. Lo ha detto Edmondo Tamajo, assessore regionale alle attività produttive, intervenendo al sistema delle piazze di Castelvetrano, dove è esposta la teca contenente la ‘Quarto Savona 15’.

 

 

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