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Il caso di Salvatore e Mariano, scomparsi a Casteldaccia: 28 anni senza verità | VIDEO

lunedì 9 Novembre 2020

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“Imploro le persone che sanno, di pulirsi la coscienza. Vi chiedo di darci la pace e la leggerezza di condurre una vita semplice e di non andare a letto ogni sera pensando che fine abbia fatto mio fratello”. 

Sono queste le parole di Mariagrazia Colletta sorella di Salvatore, un appello che ancora oggi dopo 28 anni di ricerche, continua a tenere viva la speranza di trovare una conclusione a questa storia. Il mistero di Salvatore Colletta di 15 anni e Mariano Farina di 12, i due ragazzini scomparsi a Casteldaccia il 31 marzo 1992 che ancora, seppur con tanto dolore, continuano a rimanere nella memoria di chi non accetta il silenzio.

Mariano e Salvatore si erano allontanati quel pomeriggio del marzo 1992, dopo la solita partita a pallone tra amici, avevano deciso di fare un picnic sul lungomare di Casteldaccia per passare una giornata spensierata. Dopo aver comprato merendine e succhi di frutta in un negozio del piccolo paese in provincia di Palermo, Mariano e Salvatore si dirigono lungo la statale 113 verso le villette di via Gelso. Il gioco di curiosare dentro le villette abbandonate a ridosso del mare era uno dei loro passatempi preferiti, ma da quel giorno dei due bambini di Casteldaccia non si hanno più notizie.

Tantissimi i passaggi che si sono susseguiti durante questi anni di ricerche: avvistamenti, possibili piste, richieste di riscatto fittizie e lunghissime indagini, che hanno visto oltre ad alcune dichiarazioni delle persone coinvolte, anche quelle di collaboratori di giustizia.

Il ritrovamento di alcune confezioni di merendine, avvenuto durante le ricerche fatte sui luoghi indicati da un collaboratore di giustizia, vedrà il coinvolgimento nelle indagini dell’amico di giochi Vincenzo Rosselli, (all’epoca della scomparsa ancora minorenne e ultimo ad avere avuto contatti con i due scomparsi) insieme allo zio Giulio Rosselli. I due verranno infatti indagati in quanto possessori dell’abitazione in cui all’interno di una cisterna sarebbero stati trovati questi involucri. Aspetti che, tuttavia, non hanno dato riscontri concreti ai fini delle indagini.

Bonaventura Zizzo, legale della famiglia Colletta

“Bisogna evidenziare il contesto in cui matura la vicenda di Salvatore e Mariano – dice Bonaventura Zizzo, legale della famiglia Colletta– siamo in un momento storico particolare, a un mese e 23 giorni dalla strage di Capaci. In quegli anni e in quei territori vi era una densità mafiosa assolutamente rilevante, in cui vi erano latitanti e soprattutto una presenza della mafia militare al suo culmine. Un territorio che insieme a Altavilla e Bagheria, non a caso per i fatti di sangue che le avevano contraddistinte, era stato denominato il triangolo della morte”.

Tante le ipotesi al vaglio degli inquirenti, tra queste anche la pista mafiosa che riguarda proprio le villette di via Gelso, di proprietà di alcuni esponenti mafiosi come la famiglia Greco o i fratelli Marchese. Questo ha dato modo alla Direzione Distrettuale Antimafia di aprire una nuova indagine.

La competenza della DDA è dovuta proprio al fatto che una delle ipotesi contempla il coinvolgimento di Cosa Nostra – dice l’avvocato Zizzo –  i bambini insieme ai loro compagni di giochi erano soliti frequentare quel posto ed entrare in queste ville che apparentemente erano vuote. Si pensa abbiano visto qualcuno o qualcosa che non dovevano vedere”.

Si fanno strada anche altre ipotesi, alimentate dagli avvistamenti dei due bambini sin dai primi giorni della scomparsa, sia nei paesi limitrofi che in alcune città d’Italia. Anche una loro conoscente successivamente dirà di averli visti presso un campo nomadi, da qui anche questa ipotesi verrà seguita dai familiari senza avere ancora ad oggi nessun riscontro.

Dopo diverse chiusure e riaperture del caso, arriva ancora una volta un’altra richiesta di archiviazione da parte della procura di Palermo, ma i legali delle famiglie Colletta e Farina hanno presentato un’opposizione all’archiviazione.

“Io come difensore della famiglia Colletta- dice l’avvocato Zizzo– insieme agli avvocati Laura Genovesi e Roberta Gentileschi del foro di Roma, legali della famiglia Farina, abbiamo presentato opposizione alla richiesta di archiviazione, che è stata accolta dal Gip del Tribunale di Palermo. Abbiamo puntato sulla rivalutazione a 360° dei risultati della precedente attività di indagine, abbiamo chiesto che ci sia un’attività approfondita, che il fascicolo del caso venga riesaminato e che venga svolta una nuova fase di audizione di collaboratori di giustizia. Questo approccio è stato condiviso dal Gip”.

La ricerca della verità, fortemente voluta dalle due famiglie, ha visto negli anni moltissime occasioni di sensibilizzazione, mirata a tenere vivo il ricordo di questa tragica scomparsa, una storia per la quale si cerca da quasi 30 anni la parola fine.

Mariagrazia Colletta, sorella di Salvatore

“Mi sento di dire alle istituzioni di non tralasciare nulla, di fare attenzione anche ai minimi particolari. Ventotto anni per dei genitori non sono un giorno, anche per me che non l’ho conosciuto, ma che da quando sono nata vivo nel ricordo di questa tragedia. – Dice Mariagrazia Colletta, sorella di Salvatore- Chiedo maggiore impegno, che si arrivasse a una verità certa, chiedo che tutti quei ragazzini amici di Salvatore e Mariano che oggi sono adulti collaborino. Fa male ogni giorno, fa male il giorno del suo compleanno, la sua assenza e vogliamo che tutto questo finisca.- infine ribadisce- Non voglio che questa omertà ci impedisca di avere risposte a quello che è successo, io non mi aspetto di trovare mio fratello oggi vivo, ma mi aspetto un’unica risposta: la verità”. Così conclude la sorella Mariagrazia che ancora oggi combatte insieme alla sua famiglia per la verità.

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