L’Olocausto e i furti di opere d’arte da parte dei nazisti: un legame sottile e spietato emerge oggi da una nuova e sconvolgente inchiesta pubblicata dalla giornalista cesenate Caterina Boschetti, in occasione della Giornata della Memoria. Un romanzo-inchiesta, con interviste e documenti inediti sulla Shoah, sul più clamoroso furto d’arte della Seconda Guerra Mondiale.
Il dipinto del Reich (edito da SEA Agenzia Letteraria e Casa Editrice) narra la vicenda del Ritratto di Giovane Uomo, opera di Raffaello (a 500 anni dalla morte) rubata nella Cracovia del 1945 dal gerarca nazista Hans Frank e mai più ritrovata. Il quadro, oggi ritenuto il più prezioso oggetto saccheggiato durante la Guerra, è il simbolo della strategia nazista: privare milioni di uomini e donne della cultura, chiudendo scuole, università, teatri, e depredando musei, chiese e collezioni private.
Avvalendosi di interviste a studiosi, docenti universitari e direttori museali, Caterina Boschetti, già autrice delle inchieste Il Libro nero delle Sette in Italia e Il libro nero dei bambini scomparsi (entrambi Newton Compton), ha ripercorso la vicenda del Raffaello, che fu trafugato insieme alla Dama con l’Ermellino di Leonardo da Vinci e a Paesaggio con buon Samaritano di Rembrandt.
Ma se gli Alleati ritrovarono i due, del Raffaello si sono perse le tracce.
L’inchiesta che si snoda tra Polonia, Milano, Bergamo e Firenze, ripercorre con documenti inediti anche le sorti di altre opere d’arte rubate e racconta la Seconda Guerra Mondiale, analizzando le tappe di quella che fu la Soluzione Finale, dando voce a vittime e carnefici. Il volume si avvale inoltre di interviste esclusive a chi salvò gli ebrei, nascondendoli e proteggendoli, ottenendo da Israele l’onorificenza di Giusto tra le Nazioni.
Una pubblicazione interessante con un cammeo, l’intervista inedita a Giorgio Galli, docente all’università di Milano, storico e massimo esperto di nazismo esoterico, scomparso lo scorso dicembre.