“Ha vissuto, vive e vivrà sempre in noi”, così si legge sul profilo Instagram di Salvuccio Riina, terzogenito di quello che fu il capo dei capi della mafia siciliana, Totò Riina.
Un omaggio al padre morto in carcere il 17 novembre 2017 con una foto incorniciata del mafioso corleonese con accanto un vaso con due rose rosse. E’ questa la foto – a sinistra- da circa 431 like che ha suscitato tantissime polemiche. “Lui ha vissuto, vive e vivrà sempre in Noi e con Noi”.
“Un grande uomo con i veri valori della famiglia. Ognuno di noi combatte la propria guerra per la sua famiglia”, “Grande uomo non ne nascono più come lui sicuramente”, “Totò l’imbattibile e unico”, questi sono stati i commenti sotto il post, ormai cancellato. Acclamazioni, approvazioni e plausi che sembrano quasi surreali in una terra come la nostra, che ha ‘subito’ la presenza di Cosa Nostra, e che ancora oggi continua a subire.
Un fatto che scuote, o dovrebbe scuotere, gli animi dei siciliani. Ma cosa ne pensa la politica regionale?
“I sentimenti dei figli non possono essere giudicati, mi chiedo però se il sentimento, umanamente comprensibile, abbia o meno invece una finalità quasi celebrativa di un modello“, queste le parole di Antonello Cracolici, presidente della Commissione regionale Antimafia all’Ars.
Forse, nel ricordare un padre si vuole far si che si possa in qualche modo celebrare un modello da trasmettere ad altri. Salvuccio Riina ha scontato una condanna a 8 anni e 10 mesi per associazione mafiosa, riciclaggio ed estorsione.
Uscito dal carcere ha vissuto tra il Veneto e l’Abruzzo, ammesso al regime di affidamento ai servizi sociali, un percorso fatto con l’Associazione famiglie contro la droga, ha terminato gli studi e si è laureato. Nel 2023 è rientrato a Corleone.
“Il fatto che ci siano dei like è preoccupante, solo una persona disturbata può mettere un like a questo tipo di post. Seppur il mondo social sia un mondo pieno di leoni da tastiera, è evidente che in questo senso l’obiettivo sia quello di dimostrare che Cosa Nostra ha un consenso ed è questo il tema su cui bisogna sempre stare attenti. Non solo perché Totò Riina è stata una belva ma anche perché ha goduto del consenso da parte del mondo degli indifferenti“.
Con l’indifferenza si sono create le condizioni per cui Cosa Nostra potesse essere quella ferocia criminale che è diventata. Il gioco che ne viene fuori, dunque, non è ricordare l’anniversario della morte di un padre, il gioco è provare a ribadire il concetto del consenso, “è lì che noi dobbiamo togliere l’acqua al mare dove nuota la cultura mafiosa“.
Un altro post e altre polemiche. Lo scorso Ferragosto, infatti, un’altra foto di Salvuccio aveva sollevato grosse polemiche. “Buon Ferragosto a tutti voi da via Scorsone 24, 90034, Corleone“. La via Scorsone, dove storicamente risiede la famiglia Riina, nel 2018 è stata rinominata via Cesare Terranova in memoria del magistrato ucciso dalla mafia a Palermo insieme al suo collaboratore Lenin Mancuso. Dopo le polemiche, sollevate anche dal comune di Corleone, Riina modificò il post scrivendo “Buon Ferragosto da Corleone“.
Dunque, non è la prima volta che il figlio del mafioso lancia provocazioni simili. La preoccupazione è tanta e l’attenzione è da tenere alta, “c’è ancora ed esiste ancora quel mondo di falsi valori, quei valori hanno distrutto la dignità del popolo siciliano“.
“Fortunatamente c’è stata un’altra parte del popolo siciliano, che rompendo il muro dell’indifferenza, ha dimostrato di essere capace di suscitare una rivolta morale in tutto il Paese, non solo in Sicilia“, conclude il presidente Cracolici.