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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede “espresse apprezzamento” per la circolare del Dap che portò poi alle scarcerazioni di numerosi boss mafiosi per motivi di salute durante l’emergenza Coronavirus.
Le parole che potrebbero scatenare una nuova bufera sul ministro pentastellato le ha dette pochi minuti fa Giulio Romano, il dirigente del DAP (Dipartimento dell’amministrazione pentitenziaria) durante la sua audizione in Commissione parlamentare Antimafia, presieduta da Nicola Morra.
Tutto nasce dall’ormai famosa circolare del 21 marzo scorso: un sabato pomeriggio in cui – nel silenzio generale – viene sottoscritta la segnalazione all’autorità giudiziaria di detenuti con patologie e a rischio di complicanze.
Romano era finito pochi giorni fa sotto la lente d’ingrandimento del Fatto Quotidiano, che lo definì come «il protagonista di questa storia» della norma che facilita la detenzione domiciliare.
Oggi però Romano ha ricostruito quei drammatici giorni, caratterizzati dalle rivolte nelle carceri e il rischio Covid-19: il 21 marzo mattina alle 8:31 «scrivo una mail a Basentini (ex Capo Dipartimento del Dap, ndr) dicendo che mi pare che nella videocall» del giorno precedente «era emerso l’ok. Lui mi risponde: ’per me va benissimo’. Invio la circolare alla dirigente di turno specificando che c’era l’assenso del Capo Dipartimento».
«Il contenuto» di quella circolare era di «mera segnalazione, non c’era nessun riferimento di sorta alla detenzione domiciliare umanitaria», aggiunge Romano. La stessa mattina del 21 marzo «Salvatori (delle segreteria del ministro della Giustizia, ndr) mi chiede se era stata poi inviata e io gli rispondo inoltrando la circolare e non ci fu nessuna contestazione», ha raccontato Romano. In seguito, «in occasione di un’altra videoconferenza il ministro esprimerà apprezzamento per l’iniziativa», ha concluso Romano.
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