“La politica pone degli obiettivi, questo è il compito. Abbiamo sempre dato prova di coerenza ed anche sul Ponte lo stiamo dimostrando. Il Ponte si farà. E’ legge dello Stato, voluta da un governo eletto democraticamente che lo ha inserito tra le priorità del suo programma. Il Ponte è tra le priorità dell’Europa, completamento essenziale del Corridoio Helsinki-Palermo-Malta. Il Ponte si farà perché lo vogliono la Sicilia e la Calabria e le forze vive dei territori. Da presidente della Regione Siciliana ho voluto una Commissione che valutasse quanto ci costa ogni anno l’insularità. Ebbene, ci costa 6 miliardi e mezzo……Dobbiamo abbattere questi costi e possiamo farlo con un’infrastruttura che, lo dico per chi ha una visione romantica, non toglierà nulla alla nostra insularità se non i disagi”.
Il ministro per la Protezione Civile e per le Politiche del mare Nello Musumeci a Messina per l’incontro organizzato dall’associazione “Professione Italia” al Capo Peloro Resort non ha dubbi né sulla realizzazione del Ponte né sul fatto che “è tornata la centralità del mare, è questo il momento”.
In mattinata il ministro era stato ad Augusta per un importante evento promosso dall’Autorità portuale della Sicilia orientale presieduta da Francesco Di Sarcina insieme al sindaco Giuseppe Di Mare ed aveva sottolineato proprio la centralità di un porto che sta programmando un futuro da hub del Mediterraneo e che sarà fondamentale anche nel contesto del sistema “Ponte”.
Pensare infatti che il Ponte sia un fatto esclusivamente messinese o al più dell’area tra le due sponde è un gravissimo errore e non a caso l’associazione “Professione Italia” ha dato come tema all’incontro: “Il Ponte tra ipotesi e realtà, La grande opera all’appuntamento con la Storia”.
Ad intervenire nel corso delle due sessioni di lavori sono stati gli avvocati Antonio De Angelis (presidente nazionale Professione Italia), Ferdinando Croce (presidente sezione di Messina), Felice Panebianco (vice presidente sezione di Messina), Filippo Di Blasi (che a fine incontro è stato eletto dall’assemblea presidente della sezione di Messina subentrando a Croce) ed Elena Florio (componente della giunta nazionale).
Di grande interesse l’intervento della professoressa Ida Nicotra, componente del Cda Stretto di Messina che ha fatto un’analisi approfondita sia del percorso fin qui seguito che dell’importanza dell’opera in ottica europea (e non solo). Insomma un vero appuntamento con la storia che non possiamo ignorare o peggio far passare senza coglierne le opportunità. Nicotra ha ricordato come proprio prendendo a modello il progetto Ponte di Messina sono stati costruiti ponti in Turchia, Cina e Giappone e che gran parte delle risorse previste riguardano il sistema di infrastrutture viarie e trasportistiche collegate al Ponte su entrambe le sponde. La professore Nicotra ha poi posto l’accento su un altro tema con riferimento al gap nord sud e alla mobilità e continuità territoriale: “Il Ponte è un diritto sociale. Costa? Sì, come tutti i diritti sociali per i quali lo Stato impiega risorse”..
L’opera quindi come catalizzatore di sviluppo e crescita oltre che come “ponte” per colmare un divario che nei decenni si è fatto sempre più ampio. Ed è questo l’aspetto sottolineato dall’assessore regionale a Turismo Sport e Spettacolo Elvira Amata: “Vogliamo un’Italia ad un’unica velocità , il Ponte si farà, perché è legge dello Stato e perché il governo Meloni lo ha messo tra le priorità. Il governo regionale opera in piena sintonia con quello nazionale. Non dimentichiamo poi il grande valore attrattivo e turistico del Ponte. Abbiamo chiuso il 2023 con 16 milioni e mezzo di turisti e visitatori, nonostante quello che è accaduto all’aeroporto di Catania in estate e le diverse difficoltà. Immaginate i numeri che potremo raggiungere con il Ponte?”.
Qualche cenno anche all’apertura del l’inchiesta della procura di Roma dopo l’esposto di Verdi, SI e Pd: “Le indagini sono sempre ben accette perché servono anche a rasserenare tutti, temo che in questo caso ci sia molta demagogia. Secondo certa sinistra dovremmo tornare a vivere nelle palafitte- ha detto Musumeci- Io penso che la politica debba arrivare prima della magistratura. Noi andiamo avanti”.
C’è poi la domanda fondamentale: Messina è pronta? Al momento sembra proprio di no e per affrontare le questioni tecniche è stata dedicata una seconda sessione con gli interventi del commissario dell’Autorità Portuale dello Stretto Antonio Ranieri, con il presidente dell’Ordine degli architetti di Messina Pino Falzea, il presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina Paolo Vermiglio e con l’ingegnere Mario Pizzino in rappresentanza dell’Ordine degli ingegneri. Le tematiche emerse, dalla necessità di un piano industriale sulle opere a terra di collegamento, sull’assenza di un ufficio Ponte o di un gruppo di lavoro permanente, sulle questioni legate agli espropri ed ai contenziosi (che intaseranno un Palazzo di Giustizia già alle prese con carenze e arretrati decennali) meriterebbero una serie di incontri a parte. Messina diventerà un immenso cantiere e se da un lato questo porterà lavoro dall’altro ci sono questioni che non possono essere ignorate dal punto di vista organizzativo. Solamente le opere di raccordo ferroviario ed autostradale incideranno su tre quarti di città per non parlare del fatto che molti tratti saranno in galleria e c’è da aggiungere che i materiali di risulta dovranno essere smaltiti. Ci sono poi gli aspetti legati alla logistica via mare, puntualizzati dal commissario Ranieri, e che comunque dovranno convivere con le normali attività del porto (compreso il crocierismo).
Peccato però che ai lavori non abbia partecipato, perché assente, il sindaco Federico Basile perché è venuto a mancare non soltanto l’interlocutore fondamentale per questi aspetti affrontati nella seconda sessione dell’incontro ma anche perché il timore maggiore è che il Ponte finisca con il costruirsi “su Messina” e non “con Messina”. E i rischi di una città che si sta trovando impreparata ci sono tutti.