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“Dialogo tra gli assessorati. Ascoltare chi vive di cultura e di arte per chi resta in Sicilia. Cercare le condizioni per far vivere dignitosamente questa è la battaglia epocale della Lega e soprattutto mia“. Questa la mission del neo assessore ai Beni Culturali in quota Lega di Salvini, Alberto Samonà.
È stato accusato sui social di essere fascista o fascio leghista. L’assessore non rinnega la sua storia politica anzi “sono orgoglioso di rappresentare la Lega in Sicilia” afferma a ilSicilia.it.
La nomina è stata confermata dal presidente della Regione Nello Musumeci proprio ieri. Samonà, intellettuale e scrittore, appassionato di filosofia orientale, è stato componente del Cda della Fondazione Piccolo di Calanovella. Il presidente della Regione, Nello Musumeci ha conferito a Samonà la delega di assessore regionale ai Beni culturali e della Identità siciliana che apparteneva al compianto Sebastiano Tusa, l’archeologo siciliano scomparso un anno fa nell’incidente aereo di Addis Abeba in Etiopia.
“Dopo l’irripetibile stagione dei tecnici – dice il governatore Musumeci – Alberto Samona è la giusta sintesi della militanza politica e della competenza professionale. Lo conosco da anni e sono certo che saprà svolgere con passione il ruolo che, di intesa con il suo partito, ho voluto affidargli“. Una vecchia amicizia tra il governatore e l’assessore Samonà. Risale al 2018 invece la sua candidatura alle “parlamentarie” del Movimento 5 Stelle per il Senato, superando le elezioni online, per poi essere tagliato fuori dalla lista. L’esclusione del M5S ha condotto Samonà verso la Lega: nel 2018 infatti il neo assessore è stato nominato responsabile del Dipartimento Cultura della Lega per la Sicilia Occidentale.
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