“Zamparini non ha mai tolto un euro dal Palermo, ma solo messo nel Palermo capitali suoi. Ha certamente protetto la società non dal fisco, con il quale il Palermo è stato ed è in regola, ma dai procuratori di Dybala e Pastore che hanno tolto al Palermo più di 30 milioni di euro di liquidità“.
E’ la precisazione fornita dal patron rosanero, Maurizio Zamparini, in una lunga lettera aperta in cui, in merito all’inchiesta che lo riguarda, precisa che “I pm non hanno mai detto che ho svuotato la società ma hanno messo in discussione una operazione sul marchio che i miei professionisti mi avevano consigliato. Su questa operazione, non criminale come scrivono ma di diritto amministrativo, sono intervenuto immettendo nella società sino ad oggi 17,2 milioni di euro avendo ritenuto di intervenire su indicazioni del presidente Giovanni Giammarva e su quelle della procura per mettere il Palermo in sicurezza di fronte a ogni rilievo”.
Per quanto riguarda invece la squadra, “Stiamo lavorando con il ds Foschi che avrà la guida del settore tecnico per una squadra forte per lottare per la promozione in serie A. Quello che conta oggi è che il Palermo, che è la squadra della città e dei suoi tifosi, non venga distrutto e risalga in serie A dove già dovrebbe stare se non ci avessero penalizzati nelle gare con episodi che tutti hanno potuto vedere. Gradirei un confronto diretto con la procura, che rispetto nel proprio lavoro e nelle loro persone, per permettere che il Palermo ritorni a lavorare serenamente con la gestione del presidente Giammarva, che tale confronto costante vorrà iniziare.”.
“Invito i media a un’informazione supportata sui dati reali documentati del Palermo Calcio e sulla vera realtà del rapporto finanziario sui dati Zamparini/Palermo: soldi immessi per circa 80 milioni di euro e mai distolti ma gestiti nell’interesse della società“.
Poi lo sfogo: “La mia situazione personale – continua Zamparini – è quella di un imprenditore che per la crisi generale e per la liquidità immessa nel Palermo sta, con molte difficoltà provocate alla sua immagine da questa vicenda, ma con proprietà e progetti di investimento molto importanti in partenza con investitori esteri, risolvendo i problemi del suo gruppo riportando i debiti a zero”.
Zamparini attacca poi l’ex braccio destro Baiguera “Che tira fango con dichiarazioni assurde nei confronti di una famiglia che lo aveva accolto in casa”, e si dice addolorato nel vedere che “Malgrado le mie denunce ed i documenti che la guardia di finanza ha sequestrato e tiene in sue mani che evidenziano la totale falsità della offerta e relativi supporti finanziari di Baccaglini, si continui a scrivere di una giusta offerta sfumata per mie colpe”.
Zamparini, ribadendo la sua disponibilità a un confronto con la procura per “Chiarire la mia posizione di persona corretta e onesta che potrebbe, e lo sanciranno gli organi preposti, aver trasgredito qualche regola consigliato erroneamente”. Infine, fa sapere di stare “lavorando per una futura proprietà del Palermo che spero entri a brevissimo al mio posto“.