Sempre più competitivo e agguerrito il Palermo di Eugenio Corini impartisce una dura lezione ai lariani e scala la classifica, lanciando un chiaro segnale di avvertimento a tutte le avversarie. La bolgia del Barbera travolge il Como. Dopo un angosciante e stressante prima mezz’ora di gioco, il club di viale del Fante scrive la storia e si impone con un netto 3-0 ai danni della squadra di Roberts. Da oltre vent’anni, infatti, i rosa non riuscivano nell’impresa delle cinque vittorie consecutive in casa.
In attesa di vedere come risponderà il Venezia, impegnato nel posticipo contro il Modena, i 31.211 tifosi accorsi allo stadio hanno assistito a uno spettacolo puro, con il club di viale del Fante che al momento si gode il meritato terzo posto. Totalmente scomparso dalla scena il temutissimo Strefezza, neutralizzato dall’ottimo lavoro della linea difensiva, a vestire i panni dei protagonisti sono stati Brunori, Ranocchia e Di Mariano. Il capitano, giunto al nono gol, è stato il primo a ruggire e svegliare la squadra dal momento di impassibilità. Nulla di nuovo da aggiungere sul neo-arrivo, ancora una volta determinante e decisivo, indiscutibile burattinaio della manovra offensiva dei siciliani. Tecnica, qualità e fantasia da vendere, anche dai calci piazzati: il Palermo ha pescato dal mercato di gennaio una vera e propria stella, capace di illuminare la strada verso la promozione. Giunge invece inaspettatamente l’impronta di Di Mariano. Da sostituto pronto a subentrare dalla panchina a titolare ormai inamovibile: il numero 10 è stato il vero uomo-partita, portando ancora in alto la corona di assistman. Confermate le prestazioni delle ultime uscite, l’attaccante sale così a quota cinque e mezzo, vista la deviazione di Ioannou.
L’avvio non preannunciava certamente nulla di buono. Parte, infatti, subito alto il Como. Pressing verticalizzazioni e passaggi tra le linee impeccabili. Per nulla intimoriti o impauriti i lariani spingono forte, padroni indiscussi del campo per oltre mezz’ora. Una strategia indovinata in avvio, con un Palermo domato e quasi mai con la sfera tra i piedi, in evidente difficoltà nella gestione del possesso palla. I rosanero faticano, infatti, a uscire dalla propria metà campo e prendere le redini del gioco. E’ lampante la determinazione dei lombardi nel tentare di conservare e blindare i piani alti della classifica, forti anche della brusca frenata della Cremonese ad Ascoli.
La porta di Pigliacelli inizia a tremare già al decimo minuto con la sponda da sinistra verso destra di Baselli, da oltre 50 metri, per Gabrielloni ma il destro non centra la rete. L’altro brivido è offerto su punizione da Verdi con un ottimo sinistro a giro, terminato di un soffio a lato. E’ superata la mezz’ora che il Como trova anche la precisione, sempre sotto la guida del proprio numero 9, ma la posizione di fuorigioco salva il risultato e il tabellino resta immutato sullo 0-0. L’esito del var scuote la squadra di Eugenio Corini che alla prima chance, precisa come un cecchino, punisce gli ospiti spiccando il volo. La volta di Di Mariano a destra sorprende la compagine biancoblu, riuscendo a servire per l’inserimento sul primo palo di Brunori, bravo a farsi largo tra Barba e Goldaniga: 1-0.
La squadra di Roberts incassa e subisce il colpo mentre il club di viale del Fante accenna i primi segnali di vita. Dopo il tentativo fulmineo di Kone di ristabilire l’equilibrio, negato magistralmente da Pigliacelli, comincia l’assedio rosanero tra le ripartenze di Ranocchia e la propulsione sugli esterni. Al 41esimo i siciliani vedono sfumare al var il gol del raddoppio del capitano, in allerta alla corte di Semper dopo la ribattuta del portiere sul destro di Di Francesco. Il neo-arrivo numero 14 è ancora protagonista anche nelle due successive occasioni, prima con un tiro da fuori area, dal quale il bomber italo-brasiliano non è riuscito a sfruttare l’occasione per bucare nuovamente la rete, poi battendo una punizione al bacio per l’incornata di Ceccaroni.
Rientro dagli spogliatoi con il coltello tra i denti per entrambe le rose. Avvio del secondo tempo combattuto e con il fiato sospeso, ma con il passare del tempo gli ospiti cedono sempre più allo stress causato dalla svantaggio e dagli infortuni di Baselli e del subentrato Kone nei primi 45 minuti. La tensione esplode pochi minuti dopo quando Gomes si divora clamorosamente il doppio vantaggio. Ranocchia d’esterno libera per la corsa del francese capace di sbarazzarsi sia della retroguardia biancoblu sia di Semper ma, pervaso da un incomprensibile momento di altruismo o tensione (in base alla prospettiva), non approfitta della porta sguarnita, preferendo il retropassaggio a Di Francesco, preso alla sprovvista.
Se il Como prova a invano spingere e riaprire il match ad avere la meglio è sempre il Palermo. Un’azione tutta targata Ranocchia-Di Mariano, al 64esimo, permette di siglare l’attesissima rete del 2-0. L’ex Juventus apre a destra per il numero 10 il cui cross basso in area trova la deviazione di Ioannou che favorisce proprio il centrocampista classe 2001, giunto così al suo terzo centro consecutivo. Otto minuti più tardi arriva il momento dei primi cambi e standing ovation per i due grandi protagonisti dello scontro: Di Mariano e Ranocchia per Vasic e Coulibaly.
All’83 arriva il sigillo che pone fine al match. Il Palermo si prende gioco dei lariani con uno schema su punizione, Di Francesco beffa tutti e imbuca Semper per il 3-0. Allo scadere c’è spazio anche per Soleri, Insigne e Traorè, quest’ultimo accolto dal gran boato del Barbera che non aspetta altro di vedere il proprio baby-gioiellino all’opera. Qualcosa si è già intravisto ma avrà certamente modo di confermare l’amore e l’affetto degli impazienti tifosi.