Il Pd di Sicilia si gode la beata transizione dopo le ultime sconfitte, tra Regionali e Politiche, senza complicarsi troppo la vita alla ricerca di formule organizzative e di ristrutturazioni che potrebbero riaprire le faide interne, mai sopite all’interno dello scacchiere Dem nell’Isola.
Fausto Raciti, segretario regionale che non ha mai di fatto ratificato le proprie dimissioni, rimane in attesa di capire quale andamento potrà subire il complicato scenario post renziano nazionale, in cui l’unica cosa certa è che Renzi a Roma, ma non solo, vuol continuare a comandare.
All’Ars la composizione del gruppo parlamentare ad esempio è assolutamente in bilico, anche perché AREA DEM, con Giuseppe Lupo ed Anthony Barbagallo sono ben lontani dal sostenere organicamente un’area, quella renziana in Sicilia, che subirà non pochi attacchi, quando si tratterà di scegliere un nuovo segretario regionale.
C’è più di una zona grigia nei territori siciliani del Pd. Per un Michele Catanzaro, corteggiato dai centristi, dalle cui fila originariamente proviene, c’è una Luisa Lantieri che attende di capire futuro e prospettive, di medio e lungo periodo del partito Democratico. Nello Dipasquale sembra saldamente interessato ad appoggiare la causa, mentre molto dipenderà anche dalle sortite a venire dei deputati di Sicilia Futura Tamajo e D’Agostino, in procinto di passare organicamente al Pd, ma che mantengono al momento una collocazione d’appoggio. Ma non finisce qui. Il feeling tra Orlando e l’area renziana di Sicilia, necessita di conferme continue e ulteriori. La partita delle amministrative di Catania rischia di decretare la fine dell’era di Enzo Bianco, fatto che rilancerebbe in Sicilia orientale e non solo a Catania, l’inerzia dei malumori.
Il futuro dunque si presenta, tanto per cambiare, ancora d’attesa. Il ritorno alle urne e le nuove liste da rifare per una legge elettorale che potrebbe anche rimanere uguale, metterebbe i colonnelli siciliani in una condizione tattica complicata. Chi invece suonerà a lungo la carica in un partito per il resto silente, è il gruppo de i Partigiani del Pd che non faranno mancare la propria voce di dissenso. In attesa che diventi anche un possibile strumento di proposta.