Sembra una partita già chiusa quella del segretario regionale del Pd, anche se al momento risulta un solo candidato ufficiale, Antonio Ferrante. Come si sa queste partite si giocano nelle stanze romane.
Proprio venerdì scorso si è tenuta una riunione dell’Areadem con il dominus Dario Franceschini e i suoi adepti siculi e, tra liti e riappacificazioni sarebbe venuta fuori una linea comune ossia quella della candidatura di Anthony Barbagallo. Sarebbe lui, infatti, il prescelto qualora le consultazioni fossero dedicate solo agli iscritti.
Vige la linea quindi di Alberto Losacco, il commissario inviato da Zingaretti a seguito del defenestramento di Davide Faraone, avvenuto qualche mese fa.
Il capogruppo del Pd all’Ars Giuseppe Lupo avrebbe provato a dissuadere Franceschini e Losacco per poter celebrare le primarie “aperte” nei gazebo con il massimo coinvolgimento della società civile.
Ma Lupo è al momento “azzoppato” a causa del suo rinvio a giudizio in merito al caso Saguto. Oggetto della vicenda sono i presunti illeciti commessi nella gestione di una serie di società sequestrate agli imprenditori Rappa e date in amministrazione giudiziaria a Virga, tra le quali la concessionaria Nuova Sport Car.
In questo clima, il Pd, che in Sicilia non gode certo di ottima salute, cerca di trovare la quadra attorno a un candidato che possa essere rappresentativo e rilanciare le sorti di un partito, che negli ultimi anni è stato sonoramente bocciato nelle urne. Il tutto, fra le macerie lasciate dall’era Renzi-Faraone, prima che il duo decidesse di abbandonare baracca e burattini e fondare “Italia viva” con i propri accoliti.
A dare un po’ di respiro, l’ossigeno che il partito sta recuperando dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna, il cui esito ha provocato effetti a catena in tutto il Paese, fino alla Sicilia. Certo, nella vicina Calabria, il centrosinistra a guida Dem ha perso malamente, ma fra la terra di Trinacria e il “Continente” c’è di mezzo un mare di politica…