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La polemica

Il Ponte e i fondi europei, Rete civica: “La Sicilia non li spende e vanno a finire al nord…”

sabato 16 Dicembre 2023

Dopo le scintille dei giorni scorsi sulle risorse per il Ponte (QUI)  i toni si stanno smorzando. La sottosegretaria ai Rapporti con il Parlamento Matilde Siracusano ha sottolineato come la querelle possa essere chiarita attraverso la stesura dell’accordo di coesione che verrà negoziato con il ministro Raffaele Fitto: “In quella sede si stabiliranno tutti i progetti che verranno finanziati con il Fondo sviluppo e coesione, e la Sicilia avrà più di 6 miliardi di euro per opere pubbliche”. La parlamentare di Forza Italia ha inoltre ricordato come in passato (per la verità neanche troppo lontano) le regioni del sud abbiano avuto difficoltà nella spese di queste risorse che spesso sono state restituite. Il decreto Sud serve proprio a riequilibrare le cose. Anche il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto spiega “eravamo preparati a cofinanziare, i patti vanno rispettati”.

I toni quindi rispetto alle dichiarazioni del presidente Schifani contro il ministro Salvini sono stati smussati. Sulla vicenda interviene Rete civica infrastrutture per il Mezzogiorno che sul Ponte è in prima linea da molti anni e che sottolinea come proprio Forza Italia questa battaglia, con Berlusconi in testa, se la sia intestata sin da oltre 20 anni. Del resto di recente sono stati gli azzurri a proporre l’intitolazione dell’opera all’ex premier (QUI)

RETE CIVICA

Ricordiamo che il Ponte è l’unica infrastruttura in grado di trarre la Sicilia fuori dalla marginalizzazione, dall’ultimo posto nelle classifiche europee per inoccupati su 241 regioni europee- commenta il presidente di Rete civica Fernando Rizzo– La mancanza del collegamento stabile costa ai siciliani 6,5 miliardi l’anno, oltre 7 punti di pil regionale, secondo i dati dell’Istituto Prometeia, studio commissionato dal presidente Musumeci nella scorsa legislatura regionale.  Sollevare eccezioni per appena 300 milioni prelevati dai fondi complementari accantonati dallo Stato in un sessennio, fondi che la Regione Siciliana non riesce a spendere per miliardi, in mancanza di progetti cantierabili di rilevanza regionale, nazionale o Europea sul territorio”.

MILIARDI NON SPESI

Rizzo sottolinea poi come, al 31 agosto 2023 sui fondi 2014/2020 la Regione è riuscita a impegnare circa il 64% dei 6,6 miliardi assegnati restituendo 2,37 miliardi. Così mentre le forze politiche del nord fanno comunque squadra sulle opere infrastrutturali, al sud i soldi europei non spesi tornano indietro e i partiti litigano tra loro.

 OPERE PREVISTE CON IL PONTE

E’ l’ennesima dimostrazione della incapacità della politica regionale di uscire dal provincialismo del siciliano “sale delle terra” che si bea di sole, mare e paesaggio. E ciò malgrado il 45% delle opere collegate al ponte saranno costruite in Sicilia, per un totale di 10,4 km (in galleria 71%; all’aperto 23%; su viadotto 6%) per gli allacci alle autostrade A18 Messina-Catania e A20 Messina-Palermo in concessione al CAS; ben 17,5 km (in galleria 93%; all’aperto 5%; su viadotto 2%) per gli allacci alla nuova stazione ferroviaria di Messina. E nel progetto sia inserita la metropolitana Messina – Reggio Cal., comprendente le stazioni in sotterranea di Viale Europa, Annunziata, Papardo e il collegamento con Villa San Giovanni, Reggio centrale e Aeroporto di Reggio. Oltre al ripascimento delle spiagge da Monforte a S.Agata, la via del mare da Gazzi a Tremestieri, il risanamento della zona falcata, la riqualificazione dei laghi di Ganzirri, il depuratore di Tono e la nuova rete fognaria zona nord. Opere capaci di dare nuova prospettiva alla Sicilia che ha perso in 10 anni circa 300.000 abitanti e a Messina che ne ha perso 25.000 nello stesso periodo risultando la città europea con il più alto spopolamento”

SOLDI PER LA PEDEMONTANA….

Tale conflitto istituzionale- prosegue Rete civica- è stato immediatamente colto dai partiti nazionali, pronti a chiedere che le risorse FSC, siano – come sempre – stornate verso regioni più efficienti, magari per qualche altra pedemontana in Lombardia o Veneto, per qualche tunnel, passante o metropolitana in Emilia Romagna o Piemonte, data la consapevolezza di un’incapacità conclamata di utilizzare risorse europee e nazionali per miliardi. Rete Civica stigmatizza tale inadeguatezza programmatica, sintomo di un limite culturale e di visione, tipico di una gran parte di siciliani che da sempre antepongono “u cumannari” al benessere del proprio territorio”.

PESSIMA ABITUDINE

Lamentarsi senza essere in grado di spendere davvero le risorse è un’abitudine tutta siciliana della quale le altre regioni approfittano da decenni (e i risultati si vedono). Mentre dalle nostre parti si litiga al nord si realizzano le opere. Insomma, ricordare che le regioni del sud, ma soprattutto la Sicilia, non riescono a spendere le risorse europee e sono costrette a restituirle a Bruxelles salvo poi lamentarsi se vengono indirizzate sul Ponte, non è male, come ha ribadito la coordinatrice regionale della Lega ed europarlamentare Annalisa Tardino (QUI).

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