Il destino dell’ex parco Cassarà è appeso ai controlli aggiuntivi del piano di caratterizzazione. Da essi infatti dipendono tutti i progetti di riqualificazione che potrebbero partire per rilanciare parte dell’area verde, compreso quello di un collegamento fra la Cittadella Universitaria di viale delle Scienze e il Centro Sportivo Universitario di via Altofonte. Un’idea che è pronto a sostenere anche il Retttore dell’Università degli Studi di Palermo Massimo Midiri.
Intervenuto ai microfoni de ilSicilia.it, il massimo esponente dell’Ateneo palermitano ha commentato la proposta di rielaborare un vecchio progetto, risalente all’era Cammarata, per sfruttare al meglio l’eventuale apertura della zona verde, ovvero la porzione meno colpita dagli agenti inquinanti scoperti nel 2014 e che portarono la magistratura a mettere i sigilli sul parco urbano della IV Circoscrizione. In caso di esito positivo dei controlli, il Rettore ha infatti affermato che sarebbe disponibile un capitolo di spesa da destinare allo scopo. La risposta, secondo quanto riferito dagli uffici del Comune, dovrebbe arrivare nel mese di marzo.
Il progetto del “ponte verde”, Unipa pronta a fare la propria parte
Fino ad allora, tutto si muoverà sul mero piano delle ipotesi. Fra gli scenari possibili, in caso di via libera, c’è quello di una sorta di “ponte verde” per collegare il Cus (Centro Sportivo Universitario) alla Cittadella Universitaria di via Ernesto Basile. Un’idea supportata da Massimo Midiri, Rettore dell’Università degli Studi di Palermo. L’esponente dell’Ateneo del capoluogo siciliano sottolinea i problemi che sono costretti ad affrontare gli studenti per fare la spola fre viale delle Scienze e via Altofonte. “La distanza che c’è fra i due poli è di circa 800 metri. Ad oggi, i ragazzi sono costretti ad un giro sulla Circomvallazione di diversi chilometri. E’ un disastro. Significa perdere mezz’ora per arrivare. Bisogna inoltre considerare il traffico e i rischi dettati dalla viabilità della zona, soprattutto per chi si muove a piedi“.
Fatto per il quale l’Università di Palermo è pronta a fare la propria parte. “Quello che abbiamo proposto, anche a spese dell’Università, è di realizzare una bretella di poche centinaia di metri per collegare i due poli. Sempre se avverrà il dissequestro. Il Comune si è detto ben lieto di cedere la concessione a costruire per realizzare la stradella. E’ un progetto meritevole. Abbiamo pronto anche uno stanziamento per realizzare. Siamo pronti per intervenire prontamente e rapidamente per fare questa connessione con quegli impianti sportivi che oggi viale delle Scienze non ha“.
Un modo per dare una dimensione europea alla Cittadella Universitaria e per accelerare il processo di recupero di un’area verde che, nel frattempo, ha perso anche la sua intitolazione. Una volta riaperta almeno l’area verde le cose potrebbero cambiare. Ma l’Università è comunque pronta a fare una proposta di intitolazione sull’area verde o una parte di essa. “Ci sono tante figure meritevoli di questo pregio. Per esempio ci sarebbe da premiare il lavoro del professore Cannizzaro, una vera eccellenza della chimica italiana ed europea. Tra l’altro, la facoltà è quella più vicina logisticamente al parco Cassarà. Potrebbe essere la nostra proposta per il futuro“.
La storia dell’ex parco Cassarà
Dopo i primi controlli, l’ex parco Cassarà fu suddiviso in tre aree a seconda del livello di inquinamento. Quella su cui si nutrono le maggiori speranze è la “zona verde“, un lembo di terra di circa dodici ettari che ricomprende la parte della struttura più vicina a corso Pisani. Un’area in cui sorgono attualmente alcuni uffici del Coime. Fatto ritenuto “un paradosso” dalla consigliera comunale del M5S Concetta Amella. “Delle due l’una: o l’area verde è inquinata e rimane chiusa al pubblico, oppure non lo è ed è quindi accessibile non solo alle maestranze del Coime ma anche ai cittadini palermitani”, ha dichiarato qualche giorno fa l’esponente pentastellata in un’intervista rilasciata ai microfoni de ilSicilia.it.
Al di là del singolo spazio specifico, per riaprire la zona verde serve un preciso piano di caratterizzazione. Nel 2021 il Comune di Palermo commissionò un primo sistema di controlli per conto del tavolo tecnico creatosi nel frattempo fra i principali soggetti istituzionali. Ma i risultati non furono confortanti. Oggi l’Amministrazione Lagalla ci sta riprovando, con un’integrazione di dodici caratterizzazioni aggiuntive. Costo dell’operazione circa 195.000 euro, prelevati dal fondo di riserva del Comune. Ad occuparsi della procedura è l’assessorato all’Ambiente guidato da Pietro Alongi. La gara, riferiscono dal Comune, è già stata bandita e gli esiti dovrebbero arrivare entro marzo. Solo allora, e in caso di esito positivo, si potrà parlare di riaprire almeno la zona verde dell’ex parco Cassarà. Fino ad allora, tutti quelli che vorrebbero vedere riaperti quei cancelli al pubblico dovranno rimanere attaccati ai sogni sperando che la realtà non li faccia sciogliere come la neve al sole.