In Sicilia sono andati in fumo in un anno 45 mila posti di lavoro, il tasso di occupazione segna 17,7 punti percentuali in meno rispetto alla media nazionale essendo passato dal 41,1% al 39, 7%, mentre il tasso di disoccupazione è cresciuto di due punti, passando dal 20,5% al 22,6%. Sono i dati della rilevazione Istat relativa al IV trimestre 2016 nel raffronto con lo stesso periodo del 2015. Li diffonde la Cgil Sicilia, che con il segretario generale, Michele Pagliaro, definisce questi numeri allarmanti, aggiungendo che “vengono clamorose smentite le voci che parlano di ripresa e invece tragicamente confermate l’inefficacia dei provvedimenti sul lavoro del governo nazionale e la mancanza di azione politica del governo regionale finalizzata alla crescita”.
L’Istat, osserva la Cgil, conferma che prosegue inesorabilmente la desertificazione industriale. Dei posti di lavoro perduti in 12 mesi oltre 7 mila riguardano il manifatturiero e 4 mila le costruzioni che nel IV trimestre 2016 contano appena 82 mila occupati. Ma in caduta libera sono anche i servizi, perdendo la loro caratteristica di rifugio occupazionale: 33 mila gli occupati in meno di cui 17 mila negli alberghi e nella ristorazione. Il tasso di disoccupazione giovanile, inoltre, è passato dal 55,9% al 57,2%. “Di fronte a una situazione così drammatica – afferma Pagliaro – che vede diminuire il lavoro e aumentare la precarietà e il disagio sociale, l’inversione di tendenza deve essere radicale con politiche di crescita adeguate sostenute da investimenti e con il ripristino dei diritti sul lavoro, per dare qualità all’occupazione e alla vita delle persone. Per questo la battaglia della Cgil contro strumenti di precariato come i voucher – conclude – continua assieme alla battaglia per lo sviluppo”.