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La decisione

Imposta di soggiorno, a Siracusa arriva il costo variabile e la stretta sui B&B

mercoledì 13 Marzo 2024

Il Comune di Siracusa riordina la materia riguardante l’imposizione della tassa di soggiorno e introduce una serie di novità che accendono anche qualche malumore tra gli operatori dell’industria dell’ospitalità. Il Consiglio comunale ha votato, infatti, nelle scorse ore una serie di modifiche al regolamento vigente ed ha aggiornato le tariffe, tenendo conto del momento che caratterizza il trend turistico, in piena ascesa, della località aretusea.

L’iniziativa assunta dall’Amministrazione del sindaco Francesco Italia ha inteso porre in essere, in particolare, una stretta sul settore dell’extralberghiere, B&B e case vacanze (o immobili che sono interessati dall’affitto breve) sia per quanto riguarda la procedura obbligatoria di riscossione che il successivo versamento degli importi nelle casse di Palazzo Vermexio. L’extralberghiero a Siracusa sta facendo registrare un incremento delle attività in questo ambito, con tanti proprietari di immobili che decidono di entrare nel campo dell’ospitalità e anche da qui si poneva l’esigenza di aggiornare il regolamento comunale. In questo senso, per quanto concerne si è deciso di disciplinare le locazioni brevi e le locazioni di immobili ad uso abitativo della durata non superiore a 30 giorni e l’estensione da 4 a 7 giorni per l’applicazione e il pagamento della imposta. Da qui dovrebbe scaturire un incremento significativo del gettito dell’imposta di soggiorno per il Comune e, di conseguenza, anche l’opportunità di una maggiore liquidità per migliorare la qualità di servizi da dare al territorio.

Tra le particolarità della delibera esitata dal Consiglio comunale c’è l’esenzione dall’imposta di soggiorno per gli atleti delle squadre nazionali e olimpiche che soggiornano a Siracusa, con un provvedimento che andrà a valere per atletici di qualsiasi nazionalità. Un altro obiettivo che si è posto il Comune è quello di disincentivare il “mordi e fuggi”, impostando una strategia che contempla la decisione di pagare l’imposta per 7 giorni di permanenza ed auspicando quindi anche un incremento della permanenza media dei visitatori nel territorio. Stando all’impostazione preventivata il balzello in questione si pagherà a notte e a persona ma in percentuale al costo della stanza e questo dovrebbe garantire un rapporto di maggiore equilibrio tra il prezzo in alta e bassa stagione, nelle varie zone di Siracusa.

Scatta (su richiesta di Forza Italia) anche e soprattutto la modifica sulle modalità di applicazione dell’imposta, sostituendo all’applicazione del costo fisso per giorno e per pernottamento basata sulle categorie tipologiche delle strutture ricettive, un’aliquota variabile “quantificata in misura percentuale dal 2 % al 4 % sul costo del pernottamento comprensivo di eventuale colazione, al netto dell’Iva e di eventuali servizi aggiuntivi con il limite massimo di 5 (cinque) euro a persona per pernottamento. Il partito azzurro non ha gradito, invece, il no dell’aula ad un altro emendamento che intendeva intervenire nella parte in cui limitava a 4 i pernottamenti consecutivi tassati rispetto ai 7 voluti dall’Amministrazione. La linea del “non cambiamento” di questo aspetto non ha trovato d’accordo l’Amministrazione.

La nuova tassa di soggiorno si dovrebbe pagare in base al costo della stanza e questa novità non è stata, invece, apprezzata dalla Sezione Turismo ed Eventi di Confindustria Siracusa. “Siamo fermamente contrari alla proposta, ci sembra profondamente iniqua per il turista, perché il costo della stanza può variare in funzione dell’acquisto sulle piattaforme on line. Saremmo gli unici nel mondo ad applicare un ulteriore costo per gli albergatori mettendo in difficoltà, tra l’altro la gestione della rendicontazione. Tale imposta a percentuale ci imporrebbe di rendere nota questa costruzione della tariffa con i “servizi aggiuntivi”, con gravi conseguenze a livello di percezione del turista e di gestione amministrativa per le aziende; e lo stesso Comune di Siracusa, come controllerebbe le somme versate, dal momento che sono in percentuale al prezzo di vendita? Questa proposta di “imposta di soggiorno a percentuale” andrebbe ad agevolare coloro che vendono solo pernottamento e a svantaggio di chi cerca di costruire ogni giorno e con notevoli sforzi una proposta integrata di soggiorno per valorizzare la destinazione. Evidentemente non si sarebbe tenuto conto nel formularla di alcuni aspetti “tecnici” dell’ambito turistico-alberghiero. Ci attendiamo dall’Amministrazione una attenzione ed un chiarimento”.

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