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Le indiscrezioni

In scena il vertice di maggioranza, c’è anche FdI: la manovra quater è già un ricordo, è tempo di Finanziaria

lunedì 13 Ottobre 2025

A due settimane di distanza la coalizione di centrodestra è tornata a riunirsi intorno allo stesso tavolo. Si riparte dunque da Palazzo d’Orléans dopo la disfatta andata in scena lo scorso giovedì a Sala d’Ercole nel corso della votazione della manovra quater. Dissidi, malumori e insofferenze accumulati negli ultimi mesi sono così esplosi, costringendo il presidente della Regione Renato Schifani a radunare i suoi per fare il punto: in ballo non solo l’immediato futuro con la Finanziaria, ma il biennio ormai alle porte prima delle regionali del 2027.

Forza Italia, Fratelli d’Italia, Lega, Democrazia Cristiana, Mpa e Noi Moderati dovranno continuare a convivere almeno per i prossimi due anni. Proprio da questa esigenza nasce il vertice di maggioranza, con l’obiettivo di deporre le armi e fissare le prossime tappe. All’orizzonte, infatti, ci sono anche le amministrative della primavera del 2026. 

Presenti all’incontro il vicepresidente della Regione Luca Sammartino, che ha invocato l’unità della coalizione, i segretari regionali e i capigruppo all’Ars: per FI Marcello Caruso e Stefano Pellegrino, per FdI Luca Sbardella e Giorgio Assenza, per il Carroccio Nino Germanà, per la DC Stefano Cirillo, Totò Cuffaro e Carmelo Pace per gli autonomisti Raffele Lombardo e Roberto Di Mauro e per Noi Moderati Massimo Dell’Utri, Marianna Caronia e Saverio Romano.

Non hanno dunque disertato il vertice i meloniani, come già avvenuto in occasione dell’ultima seduta di giunta, dove tre assessori su quattro, avevano disertato il confronto, in quanto contrari alla riconferma di Salvatore Iacolino al vertice del Dipartimento alla Pianificazione Strategica dell’assessorato regionale alla Salute e in sostegno alla nomina di Mario La Rocca. 

Nonostante i mal di pancia della vigilia il clima è stato abbastanza sereno. Nulla da fare per quanto riguarda un possibile rimpasto. La giunta del governatore azzurro resterà invariata (almeno per il momento).

A confermare il buon andamento dell’incontro è stato anche il segretario regionale della Lega: “Il vertice è stato convocato per l’incidente verificato in aula, una delle pagine più brutte di questa legislatura. Uniti e compatti andiamo avanti per non disperdere tutto quello che è stato fatto fino ad adesso. Abbiamo ancora tre anni ed è stato fatto più che negli ultimi governi“. Quella andato in scena giovedì in aula, ha dichiarato Germanà: “E’ stata una parentesi“.

Riflettori puntati sulla Finanziaria

Secondo le prime indiscrezioni raccolte tra i temi principali, che hanno catturato l’attenzione di tutti i partecipanti, vi è la Finanziaria che dovrà essere approvata entro la fine di dicembre.

Non c’è due senza tre. L’intenzione del governatore è quella di ripetere i successi degli ultimi due anni, che hanno visto la manovra incassare il disco verde di Sala d’Ercole in tempi record rispetto al passato. Sarà così fondamentale fissare un cronoprogramma e scongiurare un remake di quanto accaduto in aula nell’ultima seduta, tra franchi tiratori e scontri al veleno.

È stata inoltre decisa la costituzione di un tavolo tecnico-politico permanente, che avvierà sin da subito un confronto sui temi rimasti in sospeso nella recente variazione di bilancio, in vista della prossima legge di Stabilità. Particolare attenzione sarà riservata alle politiche economiche a sostegno di famiglie e imprese, alla riduzione del costo del lavoro e a misure volte a favorire la crescita del reddito pro capite e dello sviluppo produttivo della Sicilia.

Voto segreto e legge elettorale sotto i riflettori

Nonostante negli ultimi giorni si parlasse di tensioni sempre più crescenti tra il presidente della Regione e il gruppo di Fratelli d’Italia, le due parti sembrano finalmente aver trovato un punto d’incontro.

Nel corso del vertice di maggioranza l’argomento voto segreto sarebbe stato ampiamento condiviso. Schifani e Sbardella si sarebbero dimostrati uniti sulla possibilità di abolirlo. 

Ultimo impiego del voto segreto proprio in occasione della votazione della manovra quater. Avanzato su proposta delle opposizioni, 17 sono stati i franchi tiratori che si sono accodati a Partito Democratico e Movimento 5 Stelle. Tra questi si registrano deputati di FdI e FI. Numeri alla mano, però, i franchi tiratori si sarebbero annidati un po’ in tutti i partiti della maggioranza.

Ma ci sono importanti precedenti, tutti andati in scena in poco meno di qualche mese: il ddl sul riordino dei Consorzi di Bonifica e alcuni articoli della manovra ter.

È stata avviata anche una riflessione condivisa, anche se in maniera marginale, sulla possibile modifica della legge elettorale regionale. 

Emergenza sicurezza a Palermo

Tra i banchi di Palazzo d’Orléans non mancano i temi di strettissima attualità. Uno di questi è proprio l’emergenza sicurezza a Palermo. 

L’omicidio di Paolo Taormina nel capoluogo siciliano, il giovane di 21 anni ucciso sabato notte in via Spinuzza, ha riaperto una ferita sanguinante. La notizia ha fatto il giro del Paese e presto la questione potrebbe anche arrivare a Roma.

Il presidente Schifani ha contattato telefonicamente il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi per discutere dell’argomento. Il ministro ha confermato la sua disponibilità a ricevere il governatore e il sindaco Roberto Lagalla, mercoledì mattina.

In mattinata, le opposizioni all’Ars, hanno anche presentato una mozione. “Siamo convinti – hanno spiegato il primo firmatario Ismaele La Vardera (Controcorrente), Nuccio Di Paola (Movimento 5 Stelle) e Michele Catanzaro (Partito Democratico) – che serva, da parte ministro dell’Interno e dal ministro della Difesa, un piano straordinario volto ad incrementare gli uomini delle forze dell’ordine della polizia dei carabinieri e della guardia di finanza così da poter garantire pattugliamenti capillari e controlli serali e notturni. Quanto accaduto questo weekend, a pochi passi dalla piazza centrale di Palermo, è allarmante e deve necessariamente portare ad una serie di contromisure per arginare questo fenomeno“.

Sanità tema caldo

Capitolo più atteso è quello della sanità. Tema caldo, anzi caldissimo, è stato uno dei principali terreni di scontri, soprattutto per Fratelli d’Italia. Al già citato “caso Iacolino” si è aggiunta la nomina di Gianfranco Di Fede a direttore sanitario dell’Asp di Catania, che sarebbe frutto di dell’asse Forza Italia-Lega-Mpa.

Ma non solo nomine. Secondo le prime indiscrezioni raccolte, il raggio d’azione sarebbe molto più ampio, racchiudendo una discussione e un confronto su tutta la sfera della sanità siciliana.

 

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