Riceviiamo e volentieri pubblichiamo questo contributo dell’avvocato Salvino Pantuso, già parlamentare regionale e ed ex sindaco di Monreale.
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Lo stato in cui versa la nostra Nazione è di tale precarietà da apparire pericoloso. Intendo sotto il profilo della tenuta sociale!
Si discute del fatto economico perchè’ è l’aspetto percepibile anche dagli analfabeti della politica. Chi sa scrivere (ma soprattutto leggere) sa che una crisi economica come questa è l’anticamera del disastro sociale, paragonabile ad una tracimazione tumultuosa ed inarrestabile che travolge le paratie e supera i livelli di guardia. Appare, quindi, obbligatorio porsi interrogativi seri e realistici, prendere adeguate misure di sicurezza al fine di contenere l’onda che gonfia e nel contempo creare canali di sfogo in terreno libero da pericoli di vite umane. In tempi eccezionali (quello attuale) le responsabilità di governo non vanno lasciate in mani inadeguate, sia sotto il profilo dell’esperienza che della qualità del personale messo in campo.
Per essere chiari: la crisi socio-economica che viviamo è come una Ferrari alla cui guida non puoi mettere un pilota qualunque. Si dà il caso che il fuoriclasse c’è ed è pure italiano, grazie a Dio. Ed ha un nome ed un cognome. Questa crisi travalica i confini nazionali ed europei. Capiamoci: il nostro vecchio continente storicamente, nel bene e nel male, ha sempre avuto un peso e uno spessore (un carisma) che hanno condizionato l’intero pianeta. Lo tsunami che incombe ha queste dimensioni e l’Europa ha un ruolo quantomeno di pari rilievo agli altri continenti. Sono in gioco leadership continentali. La competenza, l’esperienza e, soprattutto, il prestigio e la riconoscibilità dei capisquadra sono elementi base per realizzare un’opera cosi complessa e difficile.
Non a caso viene in mente la figura di De Gasperi, nell’immediato dopoguerra. Chi altro avrebbe potuto impersonare, anche fisiognomicamente in modo più adeguato l’ansia di riscatto e la volontà di ripresa e di recupero di immagine internazionale dell’intero popolo italiano. Uno spirito nazionalpopolare che si identificava nella levatura umana, nella storia personale, nell’aspetto fisicomorale di quell’uomo, in quel momento storico. Istituzionalmente, per dettato costituzionale, il pallino è nelle mani del capo dello Stato che ha la specifica funzione di gestire, politicamente, non la crisi ma la precrisi.
Affrontare oggi la crisi dichiarata senza un piano pronto ed efficace sarebbe gravissimo. Ed è percepibile che su questa strada si stia procedendo. E’ percepibile che il presidente della Repubblica, cammin facendo, sia divenuto pienamente padrone della funzione e soprattutto del ruolo in questa fase storica . E’ il momento ! E’ l’attimo che va colto al volo, senza tentennamenti. Al tavolo dei grandi, l’Italia ( l’Europa) dovrà giocarsi le sue carte migliori.
Mario Draghi raccoglie in sé tutte le caratteristiche di competenza, di esperienza, di riconoscibilità e di prestigio internazionale, indispensabili per assumere un tale impegno. Ed ha il dovere, storico, di caricarselo sulle spalle, per tutti noi. Durante la sua presidenza alla Banca europea ha dimostrato di non essere soltanto un “banchiere”. Ancora risuonano nitide le sue parole, calibrate e decise – “Ho un messaggio chiaro da darvi: nell’ambito del nostro mandato la Bce è pronta a fare tutto il necessario a preservare l’euro. E credetemi: sarà abbastanza” ( whatever it takes ). Era il luglio del 2012, Draghi dava la linea politica all’Europa e la Germania si piegava. In quel frangente storico svolse il ruolo di guida politica dell’Europa e salvò il nostro paese. Tutti i capi rimasero in silenzio e lo ascoltarono. La Storia si ripete. I confini sono più ampi, (in gioco sono le sorti del mondo intero) e le spalle sono altrettanto ampie e forti.
Alla politica nazionale (quella che c’e’) non resta altro compito che predisporsi a seguire e sostenere questo sforzo
immane che ci viene chiesto di fare. Sarà una prova di intelligenza, di speranza, di futuro.