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L'intervento

Inaugurazione dell’anno giudiziario, De Lucia: “Le intercettazioni sono irrinunciabili”

sabato 27 Gennaio 2024

Il Procuratore di Palermo Maurizio de Lucia intervenendo all’inaugurazione dell’anno giudiziario ha parlato di alcuni temi caldi, sia sul fronte magistratuale che su quello politico: “A Matteo Messina Denaro nel corso delle perquisizioni effettuate dopo l’arresto sono stati sequestrati 500mila euro in gioielli e 300mila in contanti, somme subito fatte confluire nel Fondo Unico per la giustizia“.

E sulle intercettazioni ha aggiunto: “E’ necessario difendere gli strumenti normativi che abbiamo e che, a mio avviso, sono irrinunciabili. Mi riferisco ad esempio alle intercettazioni. E’ certamente vero che hanno un costo, ma basta pensare che lo scorso anno la procura di Palermo vi ha investito 30 milioni a fronte di confische di beni alla mafia per 400 milioni. I risultati in termini investigativi dello strumento mi sembrano evidenti”.

Il procuratore è anche intervenuto sulla carenza di personale nei tribunali, che provoca lungaggini processuali: “Il tema della carenza degli organici è di estrema gravità, oltre ai concorsi serve una revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Le sedi piccole non possono funzionare e le risorse che richiedono dovrebbero invece essere redistribuite – prosegue De Lucia – per migliorare l’andamento degli uffici grandi. Insomma è necessaria una riforma della geografia giudiziaria perchè assicurare una giustizia di prossimità non significa dare al cittadino la possibilità di andare a depositare una denuncia vicino casa, ma garantirgli una risposta rapida“.

Siamo impegnati in diversi piani di investigazione – ha aggiunto il Procuratore di Palermo – che tengono conto della struttura di Cosa nostra: non dobbiamo mai darla per finita, ma al contempo non possiamo tenere conto che le risorse per combatterla sono limitate. Abbiamo colto le linee direttive di Cosa nostra, ma questa si sta riorganizzando per tornare a essere potente. Lo fa attraverso lo spaccio di stupefacenti e traffici illeciti soprattutto con la ‘Ndrangheta e le organizzazioni criminali albanesi”.

Sulle condizioni attuali della criminalità organizzata siciliana ha precisato: “Cosa nostra vive un momento di crisi, momento che va colto. Non bisogna cedere all’idea che la mafia sia finita e si deve comprendere che le risorse a disposizione della giustizia sono limitate quindi l’azione di contrasto va pianficata e razionalizzata. La mafiaha aggiuntomira a tornare potente e per farlo deve potenziare la forza militare, obiettivo che richiede soldi e che prova a realizza col traffico di droga grazie a un rinnovato asse con la ‘Ndrangheta”.

E sulle ultime riforme nazionali in materia di violenza di genere ha dichiarato: “Sul Codice rosso gli ultimi interventi legislativi non vanno incontro ai soggetti fragili, ma incidono sull’attività del pubblico ministero: imporre obblighi burocratici non soddisfa la tutela della vittima, servono piuttosto strumenti efficaci come l’applicazione di misure cautelari più efficaci, ad esempio il braccialetto elettronico che permetta alla vittima di controllare da sé la posizione dell’aggressore“.

Roberto Lagalla

La magistratura sarà sempre un caposaldo della nostra democrazia. Il mio plauso va all’instancabile attività giudiziaria per contrastare la mafia e ogni forma di criminalità. Oggi, più che mai, è strategica ogni forma di collaborazione istituzionale per fronteggiare qualsiasi tentativo di infiltrazione di Cosa nostra nella pubblica amministrazione e per fornire un servizio in favore dei cittadini, in particolare i più fragili, come dimostra il protocollo appena firmato tra la Città Metropolitana e il Tribunale di Palermo che istituisce sportelli di prossimità nei Comuni per l’accesso semplificato alla giustizia. Nel giorno dell’inaugurazione dell’anno giudiziario il mio augurio di buon lavoro alla magistratura del Distretto di Palermo e all’Avvocatura per il suo prezioso contributo. Così dichiara il sindaco di Palermo Roberto Lagalla.

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